ISTANBUL - TURCHIA
Tempo di lettura stimato: 11 minuti
Viaggio a Istanbul alla scoperta del mito dell'Orient Express, il leggendario treno che ha avuto tra i suoi passeggeri Agatha Christie, Lawrence d'Arabia, Ian Fleming e molti altri. Non un semplice mezzo di trasporto, ma un tappeto magico verso l'Oriente. L’idea di creare un treno innovativo e lussuoso che collegasse Occidente ed Oriente nacque dall’intuito imprenditoriale del giovane belga Georges Nagelmackers, che fondò nel 1876 la Compagnie Internationale des Wagons-Lits.

Istanbul, Stazione Sirkeci. Come ogni mattina, i pendolari scendono dal treno e si dirigono silenziosi verso il porto. I gabbiani, lo scoppiettio di pannocchie e il tintinnio delle forchette da dolce delle pasticcerie, fanno da sottofondo musicale ad una cartolina di colori e profumi. Entro nella stazione e vengo subito salutata dai simpatici venditori del mercato della stazione che ogni sera lasciano spazio ai dervisci rotanti. Tra le bancarelle, pane, olio, formaggio, marmellate e spezie, tentano la gola. Un signore mi invita ad assaggiare il Çeçil Peyniri, il formaggio delle mie buonissime colazioni turche, ed una ragazza mi propone un cucchiaio di succo di carrube. La mia bella Istanbul, sempre generosa come la sua gente. Con la pancia piena e col sorriso, mi dirigo verso la parte sinistra della stazione, dove si trova una porta di legno scuro. Eccomi sono arrivata. La apro. Un profumo di sogni antichi mi accoglie. Un gatto fa le fusa vicino ai miei piedi. Chiudo la porta dietro di me, salutando con lo sguardo gli ambulanti della stazione Sirkeci ed entro in un mondo leggendario. Entro nell’Orient Express.

Un’anziana signora che sembra uscita da un romanzo storico mi accoglie con un sorriso e mi saluta in turco. Io contraccambio ed inizio la perlustrazione. Tutto profuma dei sogni degli europei smaniosi di vedere l’Oriente. Me li immagino arrivare alla stazione Sirkeci con i loro bagagli carichi di vestiti e desideri ed aprire la stessa porta che io ho appena chiuso. Quale meraviglia deve aver accolto i loro occhi: le sublimi sagome dell’eterna Costantinopoli, la seconda Roma. Un sogno che diventava realtà per illustri uomini che avevano attraversato l’Europa a bordo di questa leggenda chiamata Orient Express.
Purtroppo non si può viaggiare nel tempo, ma si può rivivere la magia di questo treno all’interno dell’İstanbul Demiryolu Müzesi, il museo delle ferrovie, dove si trovano molti oggetti e ricordi dell’Orient Express. Il museo si trova nella Sirkeci İstasyonu, una stazione costruita nel 1890 dalla ferrovia orientale, che oggi ospita da un lato la vecchia stazione restaurata dell’Orient Express, e dall’altro Marmaray, la moderna linea metropolitana che attraversa il Mar di Marmara al di sotto del fondo marino per raggiungere la sponda asiatica. L’idea di creare un treno innovativo e lussuoso che collegasse Occidente ed Oriente nacque dall’intuito imprenditoriale di un giovane di origine belga. Di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti a bordo di carrozze pullman organizzate come ‘’alberghi viaggianti’’, Georges Nagelmackers fondò nel 1876 la Compagnie Internationale des Wagons-Lits, che avrebbe gestito in seguito l’Orient Express. Il primo viaggio inaugurale fu il 4 ottobre 1883. Quella sera centinaia di curiosi accorsero alla Gare de Strasbourg di Parigi, l’odierna Gare de l’Est, per osservare i fortunati signori che erano stati invitati a salire a bordo di quello che veniva chiamato ‘’il tappeto magico per l’Oriente’’ o ‘’Grand Hotel su rotaie’’.

Dopo una sosta a Costantinopoli, il 15 ottobre alle ore 18:00 il convoglio rientrava in perfetto orario nella stazione parigina. L’idea di poter raggiungere su un mezzo comodo e in un tempo breve, se rapportato agli standard dell’epoca, paesi che apparivano avvolti da un’atmosfera fiabesca e seducente, parve a molti irresistibile. Il percorso era scandito da fermate che erano di per sé motivo di richiamo: Parigi, Strasburgo, Monaco, Vienna, Budapest, Timișoara, Bucarest, Giurgiu, Varna e, ovviamente, Istanbul. Per i primi tempi, i viaggiatori dovevano scendere a Niš, in Serbia, scavalcare la montagna con le carrozze, riprendere la corsa in Bulgaria a Pazardžik, poi scendere a Varna e prendere la nave traghetto Espresso noleggiata dalla imperial-regia compagnia dei Lloyd di Trieste per l’ultimo tratto, fino ad Istanbul. I tempi di percorrenza prevedevano un viaggio di ottantun ore e quaranta minuti per i convogli in partenza da Parigi, e settantasette ore e cinquanta minuti per il percorso inverso. Dal punto di vista tecnico, la locomotiva poteva raggiungere la velocità di circa 48 km/h che per l'epoca era un primato. Inoltre, grazie alla semplificazione delle pratiche burocratiche al confine e alle poche fermate lungo la tratta, l'Orient Express era molto più rapido dei convogli normali.

Il treno era composto da diciotto carrozze. Dodici erano riservate ai passeggeri, tre al personale, tre al ristorante, una al bar e una di riserva. Negli anni Venti il treno diventò sinonimo di splendore, stile, eleganza. Renè Prou progettò e decorò le cabine, facendone una perfetta espressione dell'Art Deco: pareti rivestite di legno di mogano o platano con intarsi floreali, porte damascate, letti forniti di lenzuola inamidate e coperte di caldo mohair. La carrozza bar-ristorante era arricchita dai preziosi pannelli in vetro e argento realizzati dal grande maestro e gioielliere Renè Lalique e dalla presenza di uno chef che variava menù a seconda dei paesi attraversati. Lo stile sobrio e raffinato fece dire a Valery Larbaud, poeta e scrittore francese: "Ho sentito per la prima volta tutta la dolcezza di vivere in una cabina su un treno tra Wirballen e Pskow." L’Orient Express divenne così il simbolo della Belle Époque, del lusso e dalla possibilità di viaggiare attraverso paesi ancora poco conosciuti, accorciando le distanze e avvicinando i popoli. Fu anche il simbolo della fine della Grande Guerra. La Prima Guerra Mondiale si concluse proprio a bordo di una carrozza dell’Orient Express, la numero 2419, in sosta presso Compiègne, dove alle ore 05:10 del mattino dell’11 Novembre 1918 fu firmato dal generale francese Ferdinand Foch e dai tedeschi di Hitler, l’armistizio di Rethondes. Alcuni anni dopo, nel 1940, quando Hitler invase la Francia, per rivalsa impose che la resa dei francesi fosse firmata a bordo della stessa carrozza.

Definito "il re dei treni, il treno dei re" sia per il lusso delle carrozze, sia per l'importanza dei passeggeri trasportati, l’Orient Express ha visto tra i suoi viaggiatori regnanti, artisti, diplomatici, spie, avventurieri e uomini d’affari. Uno dei passeggeri più eccentrici fu il maragià di Cooch Behar, uno stato del Bengala occidentale. Osservato ed invidiato dagli europei per lo sfarzo che lo circondava, viaggiava accompagnato dal suo seguito e pretendeva che la sua carrozza fosse sistemata in puro stile indiano con il riscaldamento al massimo per permettere alle sue sette mogli di poter viaggiare in sari. Un giorno, però, l'Orient Express fu investito da una tremenda tempesta di neve, rimanendo bloccato. La temperatura scese sotto zero ed il maragià, dopo aver requisito tutte le coperte a bordo, mandò i poveri uomini del personale a comprare pellicce di agnello dai pastori bulgari dei dintorni. Uno sforzo che sarebbe stato ricompensato con una generosa mancia sotto forma di gioielli preziosi. Tra i passeggeri eccentrici, spiccava anche Joséphine Baker, una cantante e danzatrice statunitense naturalizzata francese. Oltre al fatto di essere mulatta, uno scandalo per l’epoca, era nota per le sue fotografie e spettacoli osé. Fu più volte ripresa dal severo capotreno per la sua condotta a bordo. Pare che la giovane e bella soubrette fosse anche una spia francese.

Molte furono le spie ad alloggiare sulle lussuose carrozze dell’Orient Express, che arrivò ad essere soprannominato anche ‘’il treno delle spie’’. Tra le spie più celebri, Mata Hari, danzatrice e agente segreto olandese, condannata alla pena capitale per la sua attività di spionaggio durante il primo conflitto mondiale, e Robert Baden-Powell, il fondatore del movimento Scout, spia dei Servizi Segreti britannici. Egli viaggiò sull’Orient Express, fingendosi un collezionista di farfalle, espediente che gli servì per andare in luoghi inaccessibili ed occultare nei disegni delle ali che realizzava, le mappe delle fortificazioni nemiche durante la Prima Guerra Mondiale. Tra i viaggiatori più affascinanti va citato anche uno studente inglese in viaggio verso l’Oriente per completare la sua tesi di laurea in archeologia ad Oxford. Quel giovanotto biondo interessato allo studio dei castelli crociati del Medio Oriente, diventò il leggendario Lawrence d’Arabia, l’uomo che a fianco dei beduini diede inizio alla Rivolta Araba nella bellissima Giordania.

Il treno dei sogni ospitò non solo personaggi eccentrici, spie, generali, avventurieri e ballerine, ma anche teste coronate come il re Ferdinando di Bulgaria, che amava sostituirsi al macchinista, lo zar Nicola II, Gustavo I di Svezia, Carlo d’Austria, Alfonso di Spagna, Leopoldo II di Belgio e Carol di Romania. Non solo re, ma anche uomini d’affari utilizzavano questo rapido e confortevole mezzo per viaggi di lavoro. Una testimonianza interessante ci è stata lasciata dal Marella Agnelli, un’icona di stile, regalità, classe, misura e buona educazione. Nel suo libro di memorie ‘’La Signora Gocà’’, la signora Agnelli, descrive il ricordo di un viaggio da Venezia a Istanbul compiuto negli anni Trenta insieme al padre Filippo Caracciolo di Castagneto che doveva recarsi ad Istanbul per un incarico diplomatico. L’allora bambina Marella descrisse così la sua cabina: ‘’Ogni cosa era incastrata nel suo posto prestabilito come se fosse un preziosissimo gioco’’. La signora Agnelli era tra le prime illustri personalità che avevano sperimentato la nuova tratta meridionale ed il nuovo treno che prevedeva anche soste in Italia, noto come Venice Simplon - Orient Express. Dal 1919, con l’apertura del tunnel Simplon, fu possibile collegare Parigi e tutto il nord della Francia con Atene ed Istanbul passando per Monaco, Vienna, Milano, Venezia, Trieste, Budapest e Bucarest e, lungo la tratta del ritorno, allungandosi da Calais verso Londra.

Dieci anni dopo, nel 1929, non a bordo dell’originario Orient Express, ma del Simplon, viaggiava una donna che da questo viaggio avrebbe tratto ispirazione per il libro che ha fatto la storia del genere letterario giallo: ‘’Assassinio sull’Orient Express’’. Lei era Agatha Christie, la Signora del Giallo, scrittrice prolifica e viaggiatrice intrepida, scopritrice di mondi archeologici insieme al marito e, anche per questo, mente scenografica dietro ambientazioni che hanno saputo conferire ai suoi libri atmosfere e immaginari unici.
La nota scrittrice britannica pubblicò questo capolavoro nel 1934, contribuendo a donare ancora più fascino a questo leggendario treno. Il libro, che ha come protagonista uno dei detective più famosi della letteratura, Hercule Poirot, venne scritto dalla Christie durante il suo soggiorno a Istanbul, nella stanza 411 del “più antico hotel europeo della Turchia“, il Pera Palas Hotel. Questo albergo si trovava nell’elegante quartiere di Pera, oggi Beyoğlu, e fu costruito nel 1892 dalla Compagnie Internationale des Wagons-Lits con il preciso scopo di ospitare i passeggeri dell’Orient Express. Un gioiello, ricco di fascino e di mistero che affaccia le proprie camere sul Corno d’Oro e sulla penisola di Istanbul. I lavori di costruzione durarono tre anni e l’architetto Vallaury, un noto professionista franco-turco, diede all’edificio quel taglio ibrido tipico dell’architettura dell’Istanbul del XIX secolo. Ma il Pera Palas doveva meravigliare tutti anche sotto il profilo tecnologico; così divenne il primo edificio con alimentazione elettrica, dotato di acqua calda e del primo ascensore della città.
Acquistato dagli investitori greci nel 1918, Il Pera Palas diventò nel 1923 proprietà della Turchia e lo stesso presidente Mustafa Kemal Atatürk amava soggiornare nella stanza numero 101, trasformata nel 1981 in un vero e proprio museo. Dopo un restauro durato oltre due anni e costato ben 23 milioni di euro, il Pera Palace Hotel ha riaperto le sue porte. Ovviamente le sue stanze non sono economiche, ma se si pensa che tutti gli illustri personaggi sopracitati hanno passato qui le loro notti, colorandole con le loro avventure e misteri, l’esborso è più che giustificato. E parlando di misteri, esiste un aneddoto inquietante sulla camera di Agatha Christie. Durante una seduta spiritica negli anni '70, il fantasma della Christie rivelò che la chiave per avere accesso al suo diario segreto era nascosta proprio nella stanza 411 del Pera Palace. Di chiavi ne furono trovate tre, ma non riuscirono a svelare il segreto della scrittrice. Una mossa di marketing vincente per l’hotel, rivelatasi una bufala a cui però molti credettero, come un noto quotidiano americano, che pagò ben 75 mila dollari per l’esclusiva della notizia. Nessun segreto. Il romanzo ‘’Assassinio sull’Orient Express’’ fu ispirato da un fatto di cronaca realmente accaduto, il rapimento e l'omicidio del figlio del celebre aviatore Lindbergh.
Il fascino misterioso dell’Orient Express venne colto anche dallo scrittore irlandese Abraham Stocker, che cita il treno nel suo celebre romanzo ‘’Dracula’’, dal geniale regista Alfred Hitchcock, che vi ambienta il mystery thriller “Lady Vanishes” e dal creatore di James Bond, lo scrittore inglese Ian Fleming, che lo usa come ambientazione per il romanzo ‘’007, dalla Russia con amore’’. Nel 1930 venne inaugurato il Taurus Express, un treno che collegava la parte europea di Costantinopoli ad Aleppo, Beirut, Gerusalemme, il Cairo e Baghdad. Due anni dopo, archiviata la triste parentesi della Grande Guerra, venne ripristinata la rotta Arlberg-Orient Express che da Parigi, attraverso la Svizzera ed il Tirolo, raggiungeva Vienna. L’inizio della Seconda Guerra mondiale provocò l’interruzione delle corse che ripresero a guerra conclusa, ma l’introduzione della seconda classe con il conseguente adattamento delle cabine e soprattutto la Cortina di Ferro che divideva l’Europa in due blocchi, cambiarono per sempre l’essenza di questo mito su rotaia.

L'Orient Express fu abolito come treno di lusso e divenne un normale treno rapido. Nel 1962 Orient Express e Arlberg cessarono il loro servizio, mentre il Simplon Orient Express fu sostituito dal Direct Orient Express, un treno che collegava quotidianamente Parigi e Belgrado, ma solo due volte la settimana Parigi e Istanbul. Questo lento declino ebbe il suo apice il 19 maggio 1977, quando il Simplon Orient Express effettuò il suo ultimo viaggio da Parigi a Istanbul. Furono sospesi molti collegamenti finché venne ridotto a treno notturno tra Parigi, Vienna e Budapest, cancellando la tappa per eccellenza, Istanbul. La concorrenza del trasporto aereo e la precedente cessione delle carrozze da parte della Wagons Lits alle ferrovie nazionali, segnarono l’inizio della fine di una leggenda.

L’Orient Express raggiunse il suo capolinea il 12 dicembre 2009, quando l'Euronight 469 Orient Express partì da Strasburgo diretto a Vienna. Essendo stato concepito come il treno che doveva collegare Occidente ed Oriente, la sua vera data di morte fu il 1977: con un totale di ben 94 anni di servizio, l'Orient Express spariva dagli orari ufficiali europei e con esso finirono gli anni in cui storie di uomini, di intrighi, di misteri e di speranze avevano fatto sognare due continenti. Oggi i treni Orient Express sono stati acquistati dal brand dell’ospitalità Belmond, un gruppo specializzato in alberghi e viaggi di altissima gamma via nave e via treno. Lasciando da parte la questione economica (2764 euro per una notte, tratta Vienna - Parigi), quello che mi lascia più perplessa è la poca considerazione che viene data alla tratta più significativa Parigi – Istanbul. Non discuto il prezzo, giustificato dall’altissima qualità dei servizi forniti, ma l’Orient Express non era solo un treno fatto di cabine lussuose, suntuosi arredamenti e cucina di alto livello. L’Orient Express era il treno dei sogni. Era lo schiaffo agli scettici che come il giornalista del Figaro, Edmond About, credevano che ‘’andare da Parigi a Costantinopoli fosse insensato come pensare di andare sulla Luna’’. Era il treno su cui viaggiavano insieme grandi personalità eccentriche e profondamente diverse tra loro come Agatha Christie, Thomas Edward Lawrence e Margaretha Geertruida Zelle. Era il treno che in poche ore permetteva di esplorare sé stessi e di mettere piede in un nuovo mondo. Tentare di riprodurlo è un’utopia. L’unica cosa che rimane di questo mito è la meraviglia di arrivare a Istanbul, la città che ancora oggi ci permette di rivivere i tempi in cui da quella porta di legno della stazione Sirkeci scendevano alcuni degli uomini che hanno fatto la storia.
Fonti: ''I segreti di Istanbul'' di Corrado Augias - genteditalia.org - Focus Storia - mrandmrsamos - wagonslitsdiffusion - ultimavoce - movietravel
Scrivi commento