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Palma da dattero, storia di una tradizione millenaria

MAROCCO - EGITTO - OMAN - IRAN - EMIRATI ARABI - GIORDANIA

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Il patrimonio culturale è l'insieme di beni, che per particolare rilievo storico, culturale ed estetico, sono di interesse pubblico e costituiscono la ricchezza di un luogo e della relativa popolazione. Oltre ai beni tangibili, come siti e monumenti, esistono anche pratiche, rappresentazioni, espressioni, saperi e capacità che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi anche i singoli individui, riconoscono come parte integrante del loro patrimonio. Uno dei simboli dell’identità culturale dei paesi del Maghreb e del Vicino Oriente è la palma da dattero. Il forte legame storico e culturale tra la palma da dattero e gli abitanti delle regioni in cui viene coltivata da secoli, è stato consacrato con l’inserimento di tutte le conoscenze, le abilità, le tradizioni e le relative pratiche, nella lista dei Patrimoni Culturali Immateriali Unesco. La palma da dattero, non è infatti da considerarsi un semplice albero, ma un vero e proprio strumento che ha incentivato lo scambio e la circolazione di varie forme di cultura. Oltre a fornire riparo e sostentamento, la coltivazione della palma da dattero ha sostenuto l’economia e dato vita a molte tradizioni sociali. I paesi riconosciuti dall’Unesco come detentori di tutti i saperi collegati alla palma da dattero sono: Bahrein, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Mauritania, Marocco, Oman, Palestina, Arabia Saudita, Sudan, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Yemen.

Palma da dattero
Palma da dattero

In un antico inno persiano, tramandatoci dal geografo greco Strabone (63 a.C. - 23 d.C.), si dice che ci siano 360 usi della palma da dattero, corrispondenti ai 360 giorni del vecchio calendario persiano. Sebbene l'inno stesso non abbia effettivamente nominato ciascuno di questi usi, l'allusione di un uso al giorno, conferma la stima della pianta nelle culture antiche. La regione del Vicino Oriente rappresenta l'origine dello sviluppo della palma da dattero. La storia della sua coltivazione iniziò oltre 6.000 anni fa, come testimonia il seme di dattero più antico rinvenuto nel 1998 sull’isola di Delma negli Emirati Arabi, risalente al 5110 a.C. I primi esemplari di palme da dattero venivano coltivati nei paesi che vanno dalla valle dell'Indo (ora Pakistan) all’Iran meridionale, alla Mesopotamia (Siria e Iraq), alla Penisola Arabica e in tutti gli stati del Maghreb. Le civiltà antiche, come i Sumeri, gli Assiri, i Babilonesi e gli Egizi ne elogiavano le proprietà e gli usi. Il legame con questi alberi è stato mantenuto e fortificato dalle tre grandi religioni monoteiste: Maometto lo cita 26 volte nel Corano, definendolo ‘’il dono di Dio’’, mentre cristiani ed ebrei hanno in comune molte celebrazioni in cui la palma è protagonista, come ad esempio la Domenica delle Palme.

Tomba di Sennedjem, un funzionario vissuto durante la XIX dinastia - Deir el Medina (Luxor)
Tomba di Sennedjem, un funzionario vissuto durante la XIX dinastia - Deir el Medina (Luxor)

Nel corso della storia, la palma da dattero ha servito il Vicino Oriente e il Maghreb come fonte primaria di materiali da costruzione. Uno dei più importanti esempi dell’uso architettonico della palma da dattero è la Moschea del Profeta Maometto a Medina in Arabia Saudita. Nel 622 d.C., il profeta si stabilì a Medina dopo l'Hirjah e iniziò a costruire un luogo di culto. Su un terreno di 30 per 35 metri quadrati, costruì la prima moschea della storia. Per la sua realizzazione fece affidamento sui tronchi della palma da dattero e sul fango per costruire le sue mura. Furono usate anche le foglie della palma da dattero, per il tetto di paglia della moschea, il rivestimento del pavimento e le stuoie di preghiera, una tecnica che avrebbe fornito un modello per l'architettura delle moschee per gli anni a venire. Mentre Al Masjid, "la Moschea del Profeta", è cresciuto notevolmente nel corso degli anni, il ruolo della palma da dattero è ancora un naturale componente dell'architettura storica, indigena e vernacolare della regione. La Moschea del Profeta, tuttavia, non è il primo uso della palma da dattero nell'architettura della penisola arabica. Le strutture rudimentali realizzate con la palma da dattero risalgono a 7000 anni fa.

Al Masjid, la Moschea del Profeta - Medina, Arabia Saudita
Al Masjid, la Moschea del Profeta - Medina, Arabia Saudita

L'arish, noto anche come "barasti", è una forma tradizionale di abitazione costruita con foglie di palma da dattero. In alcuni casi presentano una finestra a quattro lati, simile ad un camino, posizionata attraverso il tetto della casa per consentire alle brezze fresche di fluire attraverso la casa, in un meccanismo di raffreddamento che ora è ammirato come una delle prime forme di "aria condizionata". Infatti, gli edifici costruiti con materiali di palma da dattero riducono la penetrazione solare e favoriscono una ventilazione naturale che riduce la temperatura interna.

Arish
Arish

Le nervature e le fronde delle palme venivano trasformate in materiale per coperture, tappeti, stuoie, reti da pesca, cestini, corde, spazzole ed altri utensili per la vita quotidiana. Per la loro lavorazione, le foglie venivano immerse nell’acqua per garantire flessibilità e poi fatte asciugare al sole per mantenere la forma desiderata. I materiali inutilizzati venivano bruciati per il combustibile o ulteriormente trasformati: i noccioli dei datteri venivano immersi e macinati per diventare alimenti per animali, il succo veniva trasformato in medicinali, i semi in caffè e la cenere veniva utilizzata per creare una semplice forma di gesso o per ottenere il kajal (cosmetico per occhi). Inoltre, dalla linfa dei tronchi si ricava un dolce sciroppo dalle innumerevoli proprietà benefiche.

Sciroppo di dattero
Sciroppo di dattero

Le foglie della palma venivano utilizzate inoltre per la fabbricazione di un particolare tipo di carta che è stato per lungo tempo il segno distintivo del mondo accademico e dello studio religioso. Realizzata principalmente nelle cartiere di Samarcanda per la produzione dei libri destinati alle biblioteche di Baghdad e Alessandria, la carta a foglia di palma è una delle prime forme di carta, insieme al papiro. Mentre la palma Palmira dell'Indonesia e della Cambogia si presta bene alla fabbricazione della carta (le sue foglie vengono essiccate e affumicate per formare una pergamena rigida) le foglie della palma da dattero richiedono una lavorazione più impegnativa. Tuttavia, con l'arrivo delle moderne tecniche scientifiche e cartacee, nei paesi del Golfo ci sono molti accademici che si dedicano ora allo sviluppo di nuove tecniche per la produzione di carta da datteri. Questi esperti, come il Centro Juma Al Majid per la cultura e il patrimonio di Dubai, usano gli antichi metodi cinesi di fabbricazione della carta, sviluppati durante la dinastia Han. La foglia è battuta con un mortaio e posata sullo schermo di un deckle di legno per asciugare. Una tecnica lunga che alla fine fu sostituita dai mulini più industriali di cellulosa dell'VIII secolo, che si diffusero rapidamente da Baghdad, Damasco, Il Cairo e la Spagna musulmana al resto dell'Europa.

Oasi di Figuig, Marocco
Oasi di Figuig, Marocco

Oltre ad un utilizzo come materiale di costruzione per abitazioni ed oggetti d’artigianato, non va dimenticata la funzione primaria della palma da dattero, ovvero fornire ombra e ristoro. In un ambiente ostile in cui le temperature e il vento rendono difficile ogni attività, la protezione fornita dalle palme è essenziale. Oltre all’ombra, le palme forniscono un importante aiuto nella gestione delle tempeste di sabbia e dell’avanzamento del deserto. Nelle regioni meridionali del Marocco, dove il grande Sahara avanza inesorabilmente, i beduini costruiscono delle piccole muraglie di foglie di palma per contenere gli effetti del la3jaj, il vento rosso. 

Barriere per contrastare la desertificazione, Bouarfa - Marocco
Barriere per contrastare la desertificazione, Bouarfa - Marocco

L’ombra delle palme, oltre a fornire le condizioni per la costruzione di insediamenti, era necessaria per la coltivazione di altre tipologie di alberi da frutto. Nelle oasi, spesso alimentate da una fonte d'acqua sotterranea (falaj), altre colture come alberi di agrumi, erba medica, anguria, patate dolci e fagioli, cotone, grano, orzo e miglio possono prosperare e animali, come bovini, ovini e caprini possono pascolare. Piantate adiacenti alle case, le palme offrivano così riparo e sostentamento, oltre ad una naturale filtrazione dell'aria in un paesaggio polveroso e desertico. Mentre l'albero della palma da dattero potrebbe aver perso gran parte della sua funzione primaria come materiale da costruzione e forma di riparo, i datteri sono ancora un grande affare per l’economia dei paesi del Maghreb e del Vicino Oriente. Come la palma da dattero stessa, la frutta viene raccolta e lavorata in innumerevoli modi, rendendola una parte versatile ed essenziale della vita tradizionale araba. I datteri sono pieni di nutrienti, facilmente conservabili e di lunga durata. Per questa ragione, insieme al latte di cammello e di capra, hanno sostentato i beduini per migliaia di anni. Si dice che una volta il profeta Maometto abbia detto: "Una casa con una palma da dattero non avrà mai fame".

Oasi di Figuig, Marocco
Oasi di Figuig, Marocco

L’uso dei datteri come nutrimento base della dieta araba e nordafricana, risale all’Epopea di Gilgamesh. Il poema più famoso dell'antica Mesopotamia, parla nobilmente della palma da dattero e dei suoi frutti come fattori di sicurezza economica. Negli antichi miti e favole, le palme da dattero sono personificati e spesso assumono ruoli umani. Queste storie ritraggono gli alberi come esseri sociali, senzienti, influenzati da fattori ambientali allo stesso modo delle loro controparti umane. Poiché la palma da dattero è dioica (cioè i fiori femminili e maschili nascono su due palme separate), il suo processo riproduttivo è un evento accuratamente coreografato: la palma da dattero maschio matura per prima e ha fiori che producono polline, mentre le palme da dattero femminili hanno fiori che danno frutti solo se impollinati. Dal II millennio a.C., l’impollinazione è stata aiutata dall'intervento umano per aumentare la qualità e la quantità della produzione di frutta. Tradizionalmente, gli agricoltori scalano gli alberi e cospargono il polline sui fiori femminili o legano un ramo maschile in fiore all'interno del grappolo femminile. Alle difficoltà dell’impollinazione, si aggiungono le problematiche idriche, le malattie e la vecchiaia dei palmeti.

Contrariamente al luogo comune per cui le palme possano crescere ovunque nel deserto, questa specie può vegetare e produrre solo con sufficiente approvvigionamento idrico. I beduini, infatti, hanno un proverbio che spiega come la palma da dattero sia più felice quando i suoi "piedi sono nell'acqua e la sua testa è nel fuoco del cielo". Pertanto, la produzione può variare a seconda delle precipitazioni. Ad esempio nel 1985 in Marocco, la produzione era di 12.000 tonnellate, mentre nel 1990 ha raggiunto le 120.000 tonnellate. Anche la vecchiaia dei palmeti è un vincolo considerevole: in Algeria il 30% delle palme ha superato l'età di produzione, mentre il 45% delle palme in Tunisia ha più di 50 anni. Altri vincoli che limitano la cultura della palma da dattero sono la salinità, le malattie e la diminuzione della diversità genetica dei palmeti.

Fioritura della palma da dattero
Fioritura della palma da dattero

Nell’ultimo secolo si è sviluppata la malattia di Bayoud, una fusariosi vascolare della palma da datteri provocata da un fungo, che ha distrutto i 2/3 dei palmeti marocchini. L’urgente necessità di rinnovare i palmeti, di ottimizzare le sempre più scarse fonti idriche e di contrastare questa terribile malattia che provoca la morte degli alberi, ha indotto la FAO a commissionare degli studi che prevedono la collaborazione tra Algeria, Egitto, Iran, Libia, Marocco, Oman, Arabia Saudita, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Yemen. Questo progetto dal nome Date Palm Global Network, è iniziato nel 2003 e mira a dare sostegno ai coltivatori di palme da dattero, attraverso lo scambio di esperienze nella prevenzione delle malattie e nell'irrigazione delle coltivazioni, in vista dell'elaborazione di linee guida pratiche sulla gestione e sullo sviluppo di nuove capacità tecniche. Un importante contributo è stato dato dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Damasco che, nonostante le problematiche della regione, è riuscita a creare una rete di seminari a cui hanno partecipato rappresentanti di diverse istituzioni nazionali e organizzazioni regionali e internazionali, coinvolte nella ricerca sulla gestione delle acque nelle colture.

Vista dal Forte di Nizwa, Oman
Vista dal Forte di Nizwa, Oman

Queste iniziative, oltre a preservare le tradizionali colture di palmeti, costituiscono un mezzo per difendere l’economia che ruota intorno alle palme da dattero. Circa 6,7 milioni di tonnellate di datteri vengono coltivati ogni anno, principalmente nel Vicino Oriente, dove la produzione è cresciuta rapidamente dall'inizio degli anni '90. Egitto, Iran e Arabia Saudita rappresentano ora quasi la metà della produzione mondiale totale. Solo in Iraq (a causa dell'embargo commerciale e del conflitto) e in Marocco (a causa di problemi fitosanitari) la produzione è diminuita. Oltre il 90% dei datteri sono coltivati per il consumo locale e sono estremamente importanti come coltura di sussistenza. Il restante 10% (oltre 500.000 tonnellate) viene esportato ogni anno: i principali esportatori netti della regione sono Iran, Tunisia, Algeria, Arabia Saudita e Oman.

Valle del Draa, Marocco
Valle del Draa, Marocco

Esistono oltre 100 tipi di datteri, oltre ad un numero elevato di possibili utilizzi del frutto, dei suoi semi e della sua polpa in cucina. Delle diverse varietà di datteri le più popolari sono il Medjool, chiamato anche ‘’il re dei datteri’’. Prodotto principalmente nella valle del Draa in Marocco, fino al secolo scorso questo tipo di dattero era riservato solo ai reali marocchini e ai loro ospiti, a causa del costo elevato. Il frutto ha una polpa morbida e rugosa che lascia il posto a un centro solido e carnoso. Quando raggiunge la maturazione, il dattero assume un colore marrone scuro ed il gusto ha sentori di miele selvatico, caramello e cannella. In Algeria viene coltivato il Deglet Noor, un tipo di dattero semi-secco con una con una consistenza solida e un sapore dolce e delicato che si presta per essere farcito come ingredienti tipo il marzapane. Sempre in Marocco e Algeria, viene coltivato anche l'Halawi Date, una varietà di dattero morbida che contiene un elevato tasso di zuccheri. Tra le località di Ouarzazate e Zagora (Marocco meridionale) si trovano i Boufeggous, Fegousse o Bofkousse, dei datteri aromatici, leggermente caramellati e con una consistenza medio-morbida. Nella Penisola Arabica, oltre ai semplici datteri, vengono lavorate decine di prodotti a base di dattero, come l’agwa (una pasta di dattero spalmabile), il nabidh (un succo prodotto dalla macerazione di 96 ore dei datteri in acqua), lievito per il pane (fatto con i datteri fermentati), miele, tabseel (datteri bolliti), profumi e cosmetici, come il kajal.

Tabseel (foto Tropical Biodiversity)
Tabseel (foto Tropical Biodiversity)

Negli ultimi anni, un gruppo di ricerca della Oman Green Energy Company, ha avuto successo nel produrre e testare l'etanolo prodotto dalla palma da dattero. L'esperimento ha dimostrato che può essere impiegato come carburante per auto di piccole dimensioni, aprendo una nuova prospettiva sugli usi della palma da dattero. Le nuove scoperte nel settore produttivo, insieme alle nuove tecnologie per le pratiche agricole, sono tra gli argomenti che vengono discussi nel Liwa Date Festival. Il festival dei datteri di Liwa si tiene ogni anno nella regione di Al Dhafra, nell'emirato occidentale di Abu Dhabi. In questa celebrazione del dattero vengono presentate ai produttori le moderne tecnologie agricole e favoriti gli scambi di competenze sui modi migliori per produrre datteri di massima qualità. Per i non produttori, questa festa è il luogo ideale per conoscere ed assaggiare tutti i 37 tipi di dattero prodotti negli Emirati Arabi. L'evento principale del festival è la competizione per il miglior frutto prodotto dalle fattorie emiratine. Ci sono anche aste di datteri, in cui i frutti possono essere venduti per 1.500 euro al chilo, lezioni frontali di agricoltura, oltre a numerosi eventi poetici a tema.

Figuig, Marocco
Figuig, Marocco

Anche Abu Dhabi ospita il Date Palm Exibition, un evento B2B dedicato ai produttori, con l’obiettivo di valorizzare il dattero come elemento base della cultura dei paesi arabi. Fuori dai confini degli Emirati si svolgono altri importanti eventi dedicati al dattero, tra cui uno dei più famosi è il festival marocchino di Erfoud. Celebrato ogni ottobre per tre giorni consecutivi, il festival di Erfoud celebra il dattero con preghiere, musica, danze e poesie. L’inserimento delle palme da dattero nella lista Unesco e tutti questi festival organizzati dai maggiori produttori di datteri, hanno lo scopo di tramandare e migliorare la coltivazione del dattero, un frutto che è il simbolo del legame culturale tra tutti i paesi del Maghreb e del Vicino Oriente.

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