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Il ladro e i cani di Nagib Mahfuz

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"Quando potrò sperare nella tranquillità? Il tempo è passato e io non ho trionfato! Inoltre la mano del destino mi ghernisce. La pistola che è nella mia tasca ha una precisa ragione d'essere: deve sconfiggere il tradimento e la depravazione. Per la prima volta, sarà il ladro a inseguire i cani"

Nell'itinerario narrativo di Nagib Mahfuz, "Il ladro e i cani" segna l'affrancamento da alcune proposizioni del realismo e la ricerca di uno stile in cui confluiscano quotidianità e trascendenza, come segni esemplari del mondo concreto e del mondo fantastico. Nelle vicende di un ladro che, attraverso la vendetta, insegue un'improbabile giustizia per il tradimento degli ideali giovanili, si celebra infatti la rappresentazione allegorica di una concezione tragicamente catartica dell'esistenza. 

Il ladro e i cani è l’opera con cui inizia la fase simbolista nella produzione letteraria dello scrittore egiziano. Il protagonista, Said Marhan, è un uomo imprigionato per furto che, scarcerato in seguito ad amnistia, ha un unico scopo, quello di vendicarsi di colui che lo aveva denunciato quattro anni prima e che, nel frattempo, aveva sposato sua moglie. Cercando di reprimere la sua sete di vendetta, Said torna nella sua vecchia casa per ricongiungersi con l’amata figlioletta Sana’, ma la bambina, non riconoscendo in lui la figura paterna, lo respinge piangendo. La delusione per quell’amore mancato va a sommarsi a quelle già patite e ai due cani traditori si aggiunge anche Rauf Aluan, suo vecchio amico e maestro, che nella mente del protagonista incarna i valori di giustizia e lealtà. Quando Said scopre che Aluan è diventato un ricco giornalista, nella sua psiche scatta un desiderio di vendetta anche nei suoi confronti. Le uniche due figure positive rimaste nella vita di Said sono il vecchio saggio Shaykh Ali Gunaydi e Nur, una prostituta che lo ama e che lo accoglie nella sua casa, posta lungo le mura del cimitero di Bab al-Nasr. La disperazione di Said si mescola alla sua cieca pretesa di vendetta. Il castigo che vorrebbe infliggere ai cani traditori, però, si ritorce quasi inevitabilmente contro di lui: uccide degli innocenti, senza uccidere chi vorrebbe davvero. Un ladro che si fa assassino, incapace di accogliere redenzione.

Le pagine del romanzo si affollano allora di personaggi identificanti le trascorse esperienze del protagonista e il rispecchiamento di questi in una mutevole realtà che sempre lo relega in quella dimensione dove verità e menzogna coincidono annullando sia i miti del passato sia le speranze nel futuro. Il saggio, il poliziotto, l'amico importante, la prostituta, l'oste, la moglie, il rivale e la figlia che lo rifiuta, costituiscono per Sadi Mahran un travagliato presente ossessivamente segnato dall'imperativo della rivalsa: un mondo fitto di viuzze, palmizi, taverne, periferie desolate, contrafforti sabbiosi e cimiteri prospicienti il deserto, in cui solamente il ricordo può guidarlo, dopo un cammino scandito da morti innocenti, all'appuntamento con il proprio destino. Infine il pensiero di Sadi Mahran si aggruma intorno all'idea di un'entità superiore, di cui la morte personifica l'araldo, che nel fluire della coscienza, magistralmente proposto in alcuni recitativi de "Il ladro e i cani" rivela la perfetta architettura di un codice arcano: nel male l'uomo è l'eterno perdente; nel bene, l'impronta di tutte le cose.

Da questo romanzo è stato tratto The Thief and the Dogs, un film egiziano del 1962 diretto da Kamal El Sheikh, a cui è stata dedicata una mostra al MoMA di New York. Il film è stato inserito al 13° Festival Internazionale del Cinema di Berlino ed è anche stato selezionato come voce egiziana per il miglior film in lingua straniera al 35 ° Academy Awards, senza però ottenere la candidatura.

Fonti: Feltrinelli - Ibs - Qlibri - imdb - arablit 

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