· 

Il sarcofago di Ahiram, il più antico esempio di iscrizione fenicia

MUSEO NAZIONALE DI BEIRUT - LIBANO

Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Agli inizi degli anni ’20 del 1900 una missione archeologica francese diretta da Pierre Montet iniziò gli scavi nell’antica città fenicia di Biblo. All’interno di una camera funeraria sotterranea, avvenne l’eccezionale ritrovamento del sarcofago di Ahiram, un monarca di Biblo che regnò nella città tra l’XI e il X secolo a.C.  Il sarcofago riporta l'iscrizione fenicia più antica mai ritrovata, risultata determinante per lo studio dell’evoluzione dell’alfabeto nel bacino mediterraneo.

Museo Nazionale di Beirut - Libano
Museo Nazionale di Beirut - Libano

Per trovare le origini dell’alfabeto che utilizziamo ancora oggi, dobbiamo tornare nella zona sud del Levante mediterraneo, in particolare sulla costa fenicia, l’attuale Libano. In questi territori, dagli inizi dell’XI secolo a.C. e fino a metà del X secolo a.C. furono prodotte quelle che gli studiosi definiscono le ‘’iscrizioni protofenicie’’. Si trattava di iscrizioni molto brevi, realizzate sulla superficie di punte di frecce in bronzo. Le informazioni contenute in queste iscrizioni si limitavano a riprodurre la parola ‘’freccia’’ seguita dal nome del proprietario dell’oggetto. In alcuni casi queste informazioni si completavano includendo le sue generalità, il suo luogo di origine o la sua professione. 

Tabella comparativa degli alfabeti protocananeo, fenicio e greco (foto 2.bp.blogspot.com)
Tabella comparativa degli alfabeti protocananeo, fenicio e greco (foto 2.bp.blogspot.com)

I segni utilizzati in queste iscrizioni erano la diretta evoluzione di quelli lineari utilizzati precedentemente nelle iscrizioni protocananee, con una direzione della scrittura che andava da destra verso sinistra, anticipando quella che divenne la norma nelle iscrizioni fenicie. La piena consolidazione dell’alfabeto fenicio avvenne poco dopo l’anno 950 a.C., quando comparvero le prime iscrizioni reali in lingua fenicia che utilizzavano un alfabeto lineare di 22 segni consonanti, scritto da destra a sinistra (come l’arabo e l’ebraico). Senza dubbio, l’esempio più interessante di queste iscrizioni è il testo iscritto sulla parte superiore del sarcofago di re Ahiram di Biblo, datato in questo periodo da una buona parte degli storici. Più avanti l’espansione coloniale fenicia comportò tra le altre cose, la diffusione dell’alfabeto lungo tutto il bacino mediterraneo, cosa che ebbe un’influenza decisiva nello sviluppo delle diverse scritture locali, a partire dall’alfabeto greco.

Sarcofago di Ahiram, X sec. a.C. - Museo Nazionale di Beirut (Libano)
Sarcofago di Ahiram, X sec. a.C. - Museo Nazionale di Beirut (Libano)

Nel 1923 una missione archeologica francese diretta da Pierre Montet iniziò gli scavi nell’antica città fenicia di Biblo. Durante lo scavo, furono scoperte nove camere funerarie sotterranee appartenenti agli antichi re della città. All’interno della tomba numero V, avvenne l’eccezionale ritrovamento del sarcofago di Ahiram, un monarca di Biblo che regnò nella città tra l’XI e il X secolo a.C. Ad una prima osservazione sommaria, gli archeologi pensarono che il sarcofago appartenesse al XIII o XII secolo a.C., a causa di altri reperti rinvenuti nella stessa tomba, risalenti a secoli successivi. Questa datazione, tuttavia, è stata successivamente contestata dagli studiosi che hanno esaminato l'iscrizione fenicia del sarcofago, ad oggi la più antica che conosciamo. Il nome del re Ahiram non è attestato nel noto corpus letterario dell'antico Vicino Oriente, ma il sarcofago a lui dedicato è, tuttavia, la prova dell'esistenza di questo antico re. Il testo dell’iscrizione, che presenta 19 delle 22 lettere che compongono l'alfabeto fenicio, è il seguente:

Sarcofago che fece Ittobaal, figlio di Ahiram, redivivo, per suo padre Ahiram quando lo pose nella tomba:

se un re tra molti re, un governatore tra molti governatori, un comandate di esercito dovesse arrivare a Biblo e aprire questo sarcofago,

che lo scettro del potere si rompa, che il suo trono venga rovesciato e,

per quanto riguarda Biblo, che non ci sia più pace.

Quanto a lui, che la sua iscrizione venga cancellata davanti a tutta Biblo.

Iscrizione del sarcofago di Ahiram
Iscrizione del sarcofago di Ahiram

Grazie alla traduzione di questa iscrizione è stato possibile far luce su diversi aspetti della cultura fenicia dell’epoca. In primo luogo, risulta chiaro che il sarcofago fu realizzato per ordine di Ittobaal, il figlio del defunto re Ahiram. Fonti storiche attestano che durante il regno di Ittobaal, Biblo stava iniziando a diminuire di importanza, perdendo terreno rispetto alla vicina Tiro. La precarietà della situazione politica della città, si evince dalle parole utilizzate dal figlio del deceduto re, ponendo come ipotesi possibile la futura presa della città da parte di nuovi capi. 

Sarcofago di Ahiram - Museo Nazionale di Beirut (Libano)
Sarcofago di Ahiram - Museo Nazionale di Beirut (Libano)

La seconda evidenza interessante è il tema della maledizione. È noto che Byblos aveva forti relazioni commerciali con l'Egitto, tanto da portare a pensare alcuni studiosi che Biblo fosse una ‘’colonia’’ commerciale egizia. La maledizione scagliata dal figlio di Ahiram sui futuri scopritori della tomba, ricorda le parole di molte tombe aristocratiche ritrovate nelle necropoli tebane (non quella di Tutankhamon che è una fake news). Il sarcofago del re Ahiram, tuttavia, è interessante, poiché mostra un mix di elementi egiziani, siriani, ittiti e assiri. Il sarcofago, a forma di parallelepipedo è inciso in una roccia calcarea e si basa su quattro leoni accovacciati (caratteristica tipica degli Assiri e degli Ittiti), utilizzati per la chiusura della tomba. Le figure, su entrambi i lati, rappresentano processioni simili per iconografia ai manufatti funerari egizi: sul primo lato vediamo il sovrano (o forse un dio) in trono, delimitato da sfingi alate, di fronte a lui c’è una tavola imbandita verso, dove si trovano le offerte dei devoti e dei portatori. Il secondo lato mostra i devoti in processione funebre. Lungo i lati più corti sono presenti incisioni che rappresentano donne che si battono il seno e si strappano i capelli in segno di lutto. Sopra la copertina ci sono due personaggi che reggono ciascuno un fiore di loto, distesi faccia a faccia e separati da due leoni, come quelli alla base del sarcofago. Possiamo supporre che queste due persone rappresentino il re Ahiram che indossa il fiore di loto appassito, simbolo della morte, e suo figlio Ittobaal, che porta il loto in fiore, celebrazione della vita. Sulla parte esterna, sono ancora presenti tracce di vernice rossa che indicano che il sarcofago era dipinto.

Dettaglio del sarcofago di Ahiram - Museo Nazionale di Beirut (Libano)
Dettaglio del sarcofago di Ahiram - Museo Nazionale di Beirut (Libano)

Durante la guerra civile che ha devastato il Libano dal 1975 al 1990, non riuscendo a spostare il sarcofago a causa delle sue grandi dimensioni, i funzionari del Museo Nazionale di Beirut, sotto la direzione di Maurice Chehab, l’eroe che salvò la maggior parte delle opere del museo, hanno deciso di avvolgerlo nel cemento armato per preservarlo dal saccheggio e dai danni legati ai bombardamenti. Dalla riapertura del museo, il sarcofago di Ahiram è diventato il simbolo del Libano e dello straordinario apporto della cultura fenicia in tutto il mediterraneo. 

Fonti: National Geographic - ancient-origins.net - pheniciens.com

SCOPRI

LEGGI ANCHE



Scrivi commento

Commenti: 0

SEGUI

SCRIVI

Nota: I campi con l'asterisco sono richiesti

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER