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Salt Men, le mummie di sale dell’Iran

ZANJAN - IRAN

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Quando si parla di mummie, l'associazione mentale più immediata è senz'altro legata all’insieme dei riti e delle pratiche funerarie dell’Antico Egitto. Tuttavia nel corso del XX secolo, gli archeologi hanno documentato il ritrovamento di diversi esemplari di mummie provenienti da altre aree del mondo che, anziché aver subito un processo di mummificazione artificiale, si sono conservate grazie a particolari condizioni climatiche. Tra queste, le più note sono il nostro Ötzi (IV millennio a.C.), Ur-David (X sec. a.C.), l’Uomo di Tollund (IV sec. a.C.) e “La Doncella” del monte Llullaillaco (1500 ca). Se fino alla fine degli anni ’80 gli esperti avevano distinto i corpi naturalmente mummificati tra mummie delle nevi, del deserto e di palude, una scoperta casuale avvenuta in Iran, ha permesso di aggiungere una nuova categoria di mummie a questa classificazione semplificata. 

Nel dicembre 1993 furono rinvenute una serie di mummie nella miniera di sale di Chehrābād (regione di Zanjan), una remota località a circa 300 chilometri a sud di Tabriz. Durante il processo di estrazione del sale, i lavoratori si imbatterono in una testa umana che presentava barba e capelli, insieme ad un arto inferiore, a cui era infilato uno stivale di pelle, altri piccoli resti ossei e una lunga lista di manufatti tra cui coltelli di ferro, un ago d'argento, una fionda, una corda, una macina e alcuni frammenti di ceramica e di tessuto. Le condizioni in cui versava il paese e la conseguente scarsa attenzione delle autorità riguardo gli studi archeologici e antropologici, indusse il governo a non annullare il permesso minerario per effettuare studi più approfonditi. 

Fu solo una decina di anni dopo, precisamente nel 2004, che, a seguito del ritrovamento di altri corpi, le autorità riconobbero l’importanza di questa scoperta che avrebbe cambiato la catalogazione classica delle mummie naturali. L'Ufficio dei Beni Culturali di Zanjan avviò delle ricerche più approfondite e in breve tempo riemersero dalla miniera altri quattro corpi. Nel 2008, con l’attenuarsi degli effetti devastanti della guerra e con la ripresa delle attività archeologiche, le pratiche minerarie sono state interrotte e la miniera è stata dichiarata sito archeologico, consentendo ai ricercatori il pieno accesso alle mummie di sale. Due anni dopo, l’Organizzazione iraniana del patrimonio culturale ha siglato una collaborazione congiunta, nota come Salt Men Project, con le Università di Zurigo, Oxford e Vienna al fine di studiare i corpi degli individui rinvenuti nella miniera di Chehrābād. 

Salt Man 1 - National Museum of Iran, Teheran
Salt Man 1 - National Museum of Iran, Teheran

I primi esiti chiarirono le modalità di mummificazione dei corpi, molto simile a quella delle mummie austriache di Hallstatt e di Dür-rnberg (Hallein). Queste precedenti scoperte e i nuovi studi condotti in Iran, hanno permesso di stabilire che i due individui austriaci e i corpi di Chehrābād sono tra le uniche mummie umane il cui processo di mummificazione è avvenuto in condizioni di salsedine. Da qui il nome con cui sono stati identificati i corpi, Salt Men. Il sale delle miniere risucchiava l'umidità dalla pelle, lasciandosi dietro i resti essiccati. A causa della mancanza di aria fresca e degli strati di sale nelle miniere, i corpi erano rimasti indisturbati per secoli ed erano estremamente ben conservati. Il progetto Salt Men, che ha condotto analisi del DNA, degli isotopi, dei tessuti, oltre a studi di antropologia fisica, paleopatologia, paleoparassitologia, archeobotanica e datazione al radiocarbonio, ha fornito molte risposte circa la provenienza degli individui, la datazione, le cause della morte e le condizioni di vita di questi misteriosi uomini di sale. 

Arto inferiore sinistro di Salt Man 1 - National Museum of Iran, Teheran
Arto inferiore sinistro di Salt Man 1 - National Museum of Iran, Teheran

Dopo un accurato lavoro di comparazione del DNA, gli archeologi hanno appurato che si trattava di 8 individui, di cui l’ultimo scoperto nel 2007.  La contestualizzazione di Chehrābād è un raro esempio di antica miniera di sale che è stato sfruttato in vari periodi per un lungo arco di tempo dal 600 a.C. circa ai tempi moderni, in particolare durante quattro periodi: l’epoca achemenide, sassanide, selgiuchide, e safavide. Gli scavi archeologici condotti nella miniera hanno portato alla luce risultati interessanti riguardanti le tecniche, l'approvvigionamento e la logistica dei vecchi processi minerari, nonché il coinvolgimento dei paesaggi rurali circostanti. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che le pratiche minerarie erano organizzate in modo diverso durante questi periodi. Si è riscontrato, ad esempio, che durante il periodo achemenide ci fossero operai stranieri che lavoravano nella miniera di sale. L'analisi isotopica effettuata sugli individui ha rivelato che due delle mummie erano locali (pianura di Teheran-Qazvin), due sembrano provenire dal nord-est dell'Iran, la quinta potrebbe provenire dalle zone costiere intorno al Mar Caspio, e le altre addirittura dall'Asia centrale.

La maggior parte dei Salt Men erano probabilmente minatori che morirono durante incidenti sul lavoro. Secondo la valutazione archeologica e stratigrafica dei dati di scavo, risulta che si possono evidenziare almeno tre catastrofi minerarie. La prima catastrofe mineraria ebbe luogo tra il 405 e il 380 a.C. È chiaro che i minatori furono colti di sorpresa quando pesanti blocchi si ruppero dal soffitto della sala mineraria e li colpirono, provocando la loro morte. Gli studi di paleoparassitologia indicano la presenza di uova del parassita Taenia nello stomaco di un salt man, che potrebbe suggerire il consumo di carne cruda o poco cotta. Questo ritrovamento è stato attestato come la prima prova dell’esistenza in un passato remoto di parassiti intestinali in Iran. Inoltre, i reperti archeozoologici, come le ossa di animali rinvenute nel contesto dei salinari, hanno dimostrato che i minatori potrebbero aver mangiato anche pecore, capre e probabilmente anche maiali e bovini. I ritrovamenti archeobotanici registrati hanno mostrato che diverse piante coltivate erano state mangiate, indicando uno stabilimento agricolo nelle vicinanze della miniera. 

Salt Man 1 - National Museum of Iran, Teheran
Salt Man 1 - National Museum of Iran, Teheran

L’analisi degli indumenti e dei manufatti delle mummie di sale, della loro pulizia e restauro sono stati condotti congiuntamente da esperti iraniani e tedeschi. Secondo gli studi, i tessuti, il design dei motivi decorativi e la trama appartengono principalmente ai periodi achemenide (550-330 a.C.) e sasanide (224-641 d.C.). La datazione al radiocarbonio ha confermato gli esiti degli studi sui manufatti, datando salt man 1 e 2 tra il 300 e il 500 d.C., ovvero l'apice dell'Impero Sasanide. I salt men restanti furono collocati in un periodo storico molto anteriore, l’epoca achemenide. Sebbene siano stati effettuati molti studi scientifici sulla miniera di sale, le mummie presentano un precario stato di conservazione. In un rapporto del 2009, è stato detto che le mummie venivano esposte in contenitori di plexiglas che non erano sigillati ermeticamente. A seguito dei cambiamenti nella temperatura e nella pressione dell'aria, sono comparse delle crepe nelle custodie. Questo, a sua volta, ha permesso a batteri e insetti di penetrarvi, causando danni alle mummie.

National Museum of Iran, Teheran
National Museum of Iran, Teheran

Oggi si sta tentando di preservare questi preziosi reperti. Quattro mummie si trovano al Museo Archeologico di Zanjan, il sesto salt man è stato lasciato in situ, due mummie sono ancora in fase di analisi, mentre la testa e l’arto inferiore sinistro di salt man 1, sono conservati nel Museo Nazionale dell'Iran a Teheran. È stato stimato che l'uomo sia vissuto circa 1700 anni fa, durante il periodo dell'Impero Sasanide, e sia morto tra i 35 ei 40 anni. Tra i tantissimi reperti di inestimabile valore esposti nel museo, questo è di sicuro quello più insolito e inatteso. La storia dei Salt Men, apre una possibilità realistica che ci siano ancora molti altri siti o reperti di vario genere da scoprire in Iran, un immenso paese che per millenni ha rappresentato un crocevia di culture e popoli.

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