Chernobyl, belle ragazze, russo e vodka... Questa è l’Ucraina degli stereotipi e dei (falsi) miti. Ma qual è la realtà? L’Ucraina è un paese di serie B o è una nazione dalla cultura forte e vibrante che merita di essere risparmiata dalla banalizzazione? Questo è quello che cercheremo di capire in questa intervista. Lo faremo da un punto di vista particolare, quello della danza popolare, una finestra sull’anima del paese più esteso d'Europa: l’Ucraina.
Perché proprio la danza e non un’altra forma d’arte? La risposta è molto semplice. La danza popolare è sempre stata una parte vitale della cultura ucraina. Osservandola con attenzione, possiamo cogliere il carattere fiero e coraggioso del suo popolo, la tormentata storia, la ricca composizione etnica e il grande patrimonio di simbologie e di allegorie legate a culti pagani. Per rintracciare le origini della danza nei territori dell’attuale Ucraina, bisogna tornare al tardo neolitico. Nel III millennio a.C., l’area compresa tra la Romania del nord, la Moldavia e l’Ucraina sud-orientale, era il centro della prima civiltà urbana d’Europa, nota con il nome di Cucuteni-Trypillian. Il ritrovamento di una serie di manufatti ceramici, tra cui la celebre Hora di Frumusica, ha gettato luce su dei rituali riconducibili ad un antico ballo: la Hora, la danza circolare associata al culto del sole. Questo tipo di danza è sopravvissuta nei millenni e, ancora oggi, la si può ritrovare nelle principali coreografie popolari balcaniche. Con l'introduzione del cristianesimo, le reliquie arcaiche di queste danze si mischiarono con i riti cristiani e furono adattate al calendario della chiesa. Al movimento circolare, altri se ne aggiunsero, alcuni legati al mondo agreste, altri alle tecniche militari. Nell’Alto Medioevo, la danza si arricchì di musica, di parole e di poesia, divenendo una professione itinerante. Nonostante le modifiche formali, la danza popolare ucraina non perse mai il carattere energico e virtuoso che, ancora oggi, la contraddistingue. È da qui che vorrei partire alla scoperta della variopinta cultura dell’Ucraina. Ad accompagnarci in questo viaggio sarà Debbie Karras, leader del gruppo di danza popolare Dovbush Dancer, con sede a Vancouver. Qual è il nesso tra Canada e Ucraina? Dopo la Russia e l’Ucraina stessa, il Canada ha la terza popolazione ucraina al mondo. Alla fine del 1800, intellettuali, agricoltori, veterani di guerra e artisti, emigrarono oltreoceano, portando con sé l'amore per una terra che, purtroppo, non ha sempre saputo offrire un futuro alla sua gente.
Debbie, qual è la storia del vostro ensemble?
Il nostro gruppo è ufficialmente nato nel 1962, ma la sua storia ha inizio molto prima. Siamo membri dell'Associazione dei Canadesi Ucraini Uniti, AUUC, un'organizzazione nazionale che nel 1918 ha costruito la sua prima sala da ballo a Winnipeg - capoluogo della provincia di Manitoba in Canada. I nostri primi immigrati portarono in Canada la loro ricca cultura ucraina. La danza di per sé non era una forma a sé stante, ma incorporava anche teatro, canto e musica. In un primo momento, la danza veniva eseguita in forma rudimentale dagli interpreti delle opere o delle orchestre. Nonostante questo, le performance erano sufficienti per soddisfare un bisogno sociale, ovvero la necessità di celebrare matrimoni e feste tradizionali. Da queste prime esperienze, nacquero nel 1943 i Kobzar Dancers, un gruppo di danza senior che è stato il nostro predecessore e ha gettato le fondamenta per la nascita del nostro ensemble Dovbush Dancers.
Il Canada ha la più grande popolazione ucraina al mondo dopo la Russia e l'Ucraina stessa. Qual è oggi la realtà degli ucraini canadesi a più di un secolo dall’arrivo dei primi coloni? Sentite ancora un legame con la vostra terra d’origine?
Mi ritengo fortunata di aver vissuto in Ucraina all’inizio degli anni ‘80 come studentessa di danza. Era un periodo in cui si percepiva ancora il dolore della vecchia generazione che aveva molto sofferto durante le guerre. Il mio amore per il paese e per la sua gente, ha trasceso la mia passione per la forma d'arte. C'è stato un tempo in cui la danza era un hobby, una forma d'arte lasciata a coloro che erano coinvolti nel mondo della cultura. Oggi più che mai c'è una rivitalizzazione ed un risveglio della danza ucraina. Ballerini e istruttori altamente qualificati si sono trasferiti oltreoceano ed hanno iniettato la loro esperienza e conoscenza in vari gruppi in tutto il Canada. I più noti sono Anna e Vasyl Kanevets, Serguei Makarov e Zhenia Bahri. Queste persone attualmente guidano molti dei nostri gruppi in Canada, impartendo le loro conoscenze e competenze nel campo della danza ucraina. Ci sono compagnie di tour specializzate, ad esempio Cobblestone, che portano le nuove generazioni in Ucraina per sperimentare la cultura in prima persona, offrendo alle nuove generazioni la possibilità di esplorare le proprie radici e di connettersi con la loro terra d’origine.
Il vostro gruppo prende il nome da Oleksa Dovbush, il cosiddetto "Robin Hood" ucraino. Perché avete scelto il nome di questo eroe popolare?
Quando i senior del gruppo di ballo Kobzar si ritirarono, i ballerini sentirono la necessità di avere un nome proprio, nuovo. Furono loro a scegliere questo nome affascinante e romantico, che ben si addice ad un'organizzazione situata nel cuore del centro dell’Eastside. Oleksa Dovbush ha sempre difeso e combattuto per le complesse questioni sociali progressiste. Per questo i ballerini scelsero il suo nome per la compagnia, un nome che hanno imparato ad amare e di cui sono orgogliosi di far parte. Nel 2013 i nostri ballerini hanno avuto l’opportunità di visitare e di studiare danza a Kiev. In quell’occasione, andarono in visita alle Rocce di Dovbush. È stato molto emozionante per il gruppo visitare il sito del loro omonimo.
Oleksa Dovbush è uno dei più noti eroi nazionali ucraini. Vissuto nella prima metà del XVIII secolo, Dovbush si è guadagnato il titolo di ‘’Robin Hood’’ per essere stato il leader degli opryshky, un movimento antifeudale di liberazione nazionale, attivo nelle montagne dei Carpazi. Questi nobili briganti, erano soliti derubare szlachectwo (i nobili polacchi), proprietari terrieri, usurai e ricchi mercanti ebrei, per poi ripartire il bottino tra gli ucraini indigenti e asserviti. La maggior parte delle informazioni storiche su Dovbush sono note da casi giudiziari. Le ricerche condotte hanno attestato che nacque da una famiglia di umili origini a Pechenizhyn (circa 200km a sud di Leopoli) e che dedicò tutta la sua vita alla difesa e alla rivendicazione dei diritti dei poveri e degli oppressi. I racconti popolari narrano che Oleska si costruì un rifugio sicuro con l’aiuto di un’ascia. Questo luogo, noto come le rocce di Dovbush, è un complesso roccioso formatosi circa 70 milioni di anni fa nell’Oblast 'di Ivano-Frankivs'k, nell'Ucraina occidentale. Grotte e gole si susseguono per oltre due chilometri tra la fitta vegetazione dei Carpazi, rendendo questo luogo ideale per le missioni segrete di Dovbush e dei suoi fedeli. Nonostante fosse amato dai suoi compagni, fu a causa di uno di loro che Dovbush fu catturato a tradimento e condotto dinnanzi alla nobiltà polacca. In molti racconti popolari ucraini si narra che Dovbush, similmente al nostro eroe Achille, poteva essere ucciso solo in circostanze speciali e con strumenti precisi. Pare che per ucciderlo fosse necessario utilizzare un proiettile d’argento avvolto nei suoi stessi capelli. Se per Achille il punto vulnerabile era il tallone, per Dovbush era la porzione di testa da cui erano stati strappati i capelli. Sempre secondo la tradizione orale, a rivestire il ruolo di Paride nella tragica fine di Dovbush, fu il marito della sua amante Dzvinka. Anche il racconto del trattamento del suo corpo dopo la morte, ricorda altre storie di eroi nazionali, ad esempio lo scozzese Wallace. Secondo la leggenda, il cadavere di Dovbush fu tagliato in dodici pezzi ed esposto in vari luoghi dell’Ucraina per spaventare e scoraggiare i contadini fedeli agli ideali del Robin Hood ucraino.
Inoltriamoci nel mondo della danza ucraina, un’arte fortemente connessa alla ciclicità stagionale e ai rituali precristiani. Quali sono le principali tipologie di ballo tradizionale?
La danza ucraina può essere classificata in tre rami principali: le danze rituali, sociali e tematiche. Le prime, sono la forma più antica della danza popolare, una sintesi di poesia, musica e danza. La loro pratica era legata al calendario, quindi, ad esempio, al tradizionale saluto di primavera, all’osservanza dell’estate, al raccolto o al nuovo anno. Il nome che solitamente viene utilizzato per queste danze è khorvody - termine con cui si identifica una danza popolare di origini slave che viene eseguita da un gruppo di donne disposte in cerchio che si muovono da Est a Ovest, come il sole. Le danze sociali che, invece, riflettevano i costumi e le usanze della gente, hanno avuto origine nel periodo di formazione della nazionalità ucraina. Queste danze costituiscono la base della coreografia popolare, perché portano i tratti caratteristici essenziali della nazione ucraina: amore per la libertà, eroismo, coraggio, intelligenza, tenacia, intraprendenza, ingegno e umorismo. Questi balli sono parte integrante della vita quotidiana delle persone e vengono eseguiti a casa, durante le riunioni serali o le uscite in gruppo. Infine, le danze tematiche sono le ultime in ordine di tempo. Sono nate quando i ballerini sono stati in grado di rappresentare i vari fenomeni della vita e della natura.
L’Hopak, l’arte marziale ‘’ballata’’ dai cosacchi, è senza dubbio il ballo ucraino più famoso. Qual è il significato di questa danza e da dove vengono le acrobazie che hanno reso questo ballo originario della regione di Zaporižžja così popolare in tutto il mondo?
Parlando di Hopak, viene da chiedersi come mai questa danza sia stata elevata a ricoprire il ruolo di danza nazionale dell’Ucraina. Possiamo rispondere che per gli ucraini divenne il simbolo del crescente sfruttamento feudale che costrinse molti servi e contadini a lasciare i loro villaggi. Fu una vera migrazione di massa che coinvolse molte generazioni. In questo contesto i cosacchi - il termine russo kazàk è di orgine turca e significa ‘’uomo libero’’ - costruirono due fortezze nelle regioni di Kaniv e di Cherkassy, ma gli eserciti della nobiltà feudale straniera iniziarono presto a colonizzare queste aree, costringendo i cosacchi a trasferirsi sull’isola di Tomakivka. Questa località si trova tra le rapide della regione di Zaporižžja, letteralmente za oltre, porohy rapide e sich fortezza. Ai cosacchi era vietato ballare prima delle battaglie, ma al loro ritorno alla fortezza, celebravano i loro successi attraverso danze che imitavano le loro azioni in combattimento. Da qui l’Hopak. Inizialmente, questi balli erano eseguiti solo da uomini, ma alla fine si aggiunsero anche le donne. Quando si balla l’Hopak c’è un senso di orgoglio nazionale che va oltre i confini delle singole regioni. Nei nostri spettacoli l’Hopak è la danza finale, il momento clou della serata.
Parliamo di un altro ballo presente nel vostro repertorio, l'Hutsulsky Polonyni, la cerimonia di invio dei pastori Hutsuli nelle lontane valli montane, polonyna appunto. In cosa consiste questa danza e qual è la sua origine?
Questa danza ritrae un momento di festa ed evoca un senso di misticismo intriso di tradizioni, di rinnovamento e di risveglio della natura in tutta la sua bellezza. La coreografia, che è divisa in due parti, riunisce brillantemente tutte le sue componenti: la danza superbamente abbinata alla musica, costumi indicativi della regione degli Hutsuli e, soprattutto, gli elementi tradizionali della cultura ucraina. Nella prima parte, eseguita da ballerini di sesso maschile, c’è la presenza di pentole da fuoco, che vengono innalzate come omaggio agli dei, e delle asce, elemento centrale nel folklore e nell’abbigliamento degli Hutsuli. Nella seconda parte, entrano in scena anche le ragazze e l’atmosfera diventa molto gioiosa. La prima ballerina si innamora del primo ballerino, ovvero il capo pastore, e le altre ragazze si mettono a civettare con gli altri ballerini. Si tratta, dunque, di una celebrazione dell’amore e della semplicità genuina della vita agreste.
Gli Hutsuli sono un gruppo etnico di pastori e montanari, originario del nord della Romania (Bucovina e Maramureş) e della parte occidentale dell’Ucraina (il sopracitato Oleksa Dovbush faceva parte di questo gruppo). L’etimologia del loro nome è ancora ampiamente dibattuta (alcuni dicono che il nome derivi da popolazioni nomadi di ceppo turco, altri da tribù slave) anche se tutte le opinioni concordano nell’affermare che si riunirono sui Carpazi ucraini a seguito dell’avanzata mongola. Gli Hutsuli si distinguono dagli altri gruppi etnografici dei Carpazi per gli abiti colorati che ricordano i kilim turchi e persiani, un dialetto proprio, le tradizioni autentiche, l’arte dell’intarsio e le credenze mistiche. La cultura di questo gruppo etnico è fortemente connessa con la vita pastorale, come testimoniato dai quattro elementi che meglio li caratterizzano: il fuoco vatra, il formaggio di latte di capra o pecora brynza, le asce e il trembita, lo strumento musicale a fiato più lungo del mondo (tra i tre e gli otto metri di lunghezza), il cui suono può coprire una distanza di oltre 10 km.
Gli Hutsuli sono anche noti per una danza molto particolare: l’Arkan. Diventare un opryshko - un vero uomo hutsul - e poter partecipare a questa danza non era assolutamente facile. Per ottenere questo privilegio, i giovani dovevano affrontare una serie di test molto severi. La prima prova consisteva nel mangiare solo cibi eccessivamente salati e piccanti per un giorno intero, senza poter bere. Al termine della prova, veniva presentato ai futuri opryshky un bicchiere d’acqua. Se si finiva subito il contenuto del bicchiere, la prova era fallita. Nella seconda fase, le reclute venivano accompagnate sulle rive di un torrente o vicino ad un precipizio, preferibilmente in alta quota e durante una tempesta. La prova consisteva nell’attraversare il fiume o il dirupo, camminando su un tronco, la cui corteccia era stata precedentemente resa scivolosa. In caso di fallimento, la migliore delle ipotesi era una morte rapida e indolore. La terza prova serviva per testare la capacità di resistenza a potenziali torture: tenere stretto nei palmi della mano del carbone incandescente, fino a quando si sentiva l’odore di pelle bruciata. Il tutto, ovviamente, in rigoroso silenzio. Infine, nell’ultima prova, le reclute dovevano inginocchiarsi davanti agli anziani e allungare la mano su un ceppo. Per tre volte il capo degli opryshky faceva cadere la propria ascia vicino all’arto, fingendo di volerlo amputare. Se la recluta non mostrava segni di paura, allora era finalmente da considerarsi un opryshko. Solo allora il giovane ragazzo, diventato lehin, ovvero un vero uomo, poteva indossare l’ascia e il bastone, i simboli degli Hutsuli. Inoltre, solo al completamento di queste prove iniziatiche, l’opryshko poteva prendere parte all’Arkan, il ballo dei temerari uomini dei Carpazi. Oggi, ovviamente, i ballerini di Arkan non devono più superare queste tremende prove, ma questa danza resta un simbolo della forza e del coraggio degli Hutsuli. Nel video vedrete i tradizionali comandi dati dal maestro ai ballerini: ‘’il padre dorme’’, ovvero stare chini, e ‘’il padre si sveglia’’, alzare il busto.
La bellezza estetica e l'originalità delle danze popolari ucraine sono esaltate dai colorati costumi dei ballerini. L'abbigliamento tradizionale ucraino ha sempre avuto un profondo significato all'interno del paese: anche la minima variazione nel ricamo può indicare l’appartenenza ad una specifica regione o città. Quali sono gli abiti tradizionali che sono giunti pressoché privi di modifiche fino ai giorni nostri?
Le caratteristiche dell'abbigliamento nazionale sono direttamente collegate agli eventi specifici della vita del popolo ucraino: feste, matrimoni, rituali, costumi e tutti gli aspetti della vita quotidiana. Il vestiario è una sintesi di molte forme d'arte diverse: tessitura, ricamo, fabbricazione di tessuti, lavorazione della pelle e del metallo. Storicamente si possono individuare tre periodi in cui la creazione degli abiti è mutata. Nel primo, il corpo era avvolto da un unico pezzo rettangolare di tessuto intrecciato, nel secondo l'abbigliamento consisteva in più pezzi di tessuto rettangolare cuciti insieme e, infine, nel terzo i pezzi di tessuto venivano prima tagliati sulla forma del corpo e poi cuciti insieme. Va inoltre considerato che l'abbigliamento ucraino ha risentito delle influenze degli slavi e di altre nazioni dell'Europa orientale. Nonostante ciò, esistono ancora degli abiti che riflettono le antiche usanze ucraine. Un esempio è la sorochka, una camicia di lino o di canapa finemente decorata, indossata sia dalle donne, sia dagli uomini. Questo è senza dubbio il più antico e longevo capo d’abbigliamento tradizionale ucraino. Per le donne, sopra alla sorochka, viene indossata la plakhta, una specie di gonna rettangolare in tessuto, tenuta fissa da una poyas, una cintura tessuta. In base alla lunghezza e al colore, si capisce la regione di provenienza di colei che la indossa. Per quanto riguarda gli uomini, i pantaloni larghi in raso di origine turca, sono sempre stati un pilastro dell'abbigliamento maschile. L'ampio pantalone permetteva ai cosacchi di cavalcare liberamente i cavalli. Oggi, questi pantaloni dalla larghezza variabile - chiamati sharavary e che vengono solitamente indossati con un paio di stivali ussari rossi - si trovano principalmente nei costumi dell'Ucraina centrale.
La notte di Kupalo è una delle feste più antiche e popolari dell’Ucraina. Ci sono delle particolari danze rituali che vengono eseguite in questa notte magica?
I balli che vengono eseguiti nella notte di Ivana Kupala sono tra le più antiche forme di danza ucraina, anche se si sa poco della coreografia specifica.
Nell’Europa orientale e balcanica ci sono tantissime feste di origine pagana che sono sopravvissute all’avvento del Cristianesimo. Nelle pagine dedicate alla Romania e alla Bulgaria, vi ho parlato di Paparuda, la danza della pioggia dei Balcani, di Dragobete, la festa dell’amore universale, del Carnevale delle Lole, un’antica usanza dei sassoni della Transilvania e di Sânziene, la festa delle fate dedicata al solstizio d’estate e all’inizio della stagione del raccolto. Quest’ultima, ha il suo equivalente ucraino che prende in nome di Ivana Kupala (si festeggia anche in Russia, Bielorussia, Lituania e Polonia). Il nome originario era Kupalo, la personificazione proto-slava della pace e della gioia, spesso rappresentata come divinità femminile. Secondo la mitologia slava, la notte del solstizio d’estate nacquero da Simargl, dio del fuoco, e da Kupalnitsa, dea della notte, due gemelli, Kupalo e Kostroma. Un giorno, i due bambini corsero in un campo e si misero ad ascoltare il canto di Sirin, l’uccello del dolore, e di Alkonost, l’uccello della gioia. Kupalo, che era stata attratta dal canto di Sirin, fu portata da quest’ultimo nel Nav, il mondo dei morti, la cui entrata si trovava nelle profondità dei fiumi e dal quale non era possibile fare ritorno. Molti anni dopo, Kostroma si trovò a navigare su un fiume. Portava sul suo capo una bellissima ghirlanda di fiori che, secondo la tradizione slava, se donata ad una fanciulla, avrebbe suggellato l’unione in matrimonio. Kostroma non aveva nessuna intenzione di sposarsi e per questo sfidò gli dei, sicuro che il vento non avrebbe fatto cadere la ghirlanda dalla sua testa. Ma gli dei non accettarono la sua arroganza e, per punirlo, ordinarono al vento di far cadere nel fiume la corona. Una volta in acqua, la ghirlanda fu raccolta da Kupalo e per Kostroma non ci fu altra soluzione che convolare a nozze con la ragazza. I due ignoravano di essere fratelli, ma gli dei, impietositi, decisero di raccontare loro la verità. I due gemelli allora, presi dalla vergogna e dal dolore, cercarono la morte. Kostroma si annegò in un laghetto e Kupalo si gettò nel fuoco. Gli dei, rendendosi conto dell’estrema crudeltà della punizione, decisero di trasformare i due giovani in un fiore con petali gialli, il colore del fuoco di Kupalo, e blu, le acque del lago in cui si erga gettato Kostroma.
Da allora, la notte del solstizio d’estate, ragazze e ragazzi festeggiano danzando attorno a grossi falò e realizzando ghirlande fiorite che depongono nelle acque di un fiume. Con l’avvento del cristianesimo, la festa fu ricollegata alla Natività di San Giovanni Battista (24 giugno) e al termine Kupalo venne aggiunto ‘’Ivan’’, nome cristiano per eccellenza, che quindi, volto al femminile, divenne Ivana Kupala. Questo fu l’unico modo per cristianizzare questa festa pagana, poiché, nonostante i tentativi di vietarla, era oramai una tradizione profondamente radicata e popolare. Ancora oggi le ragazze creano ghirlande di fiori e di erbe medicinali e per tutta la notte danzano intorno al fuoco, simbolo del sole sacro, in cui gettano tutti gli oggetti vecchi per purificarsi. Infine, corrono verso il fiume dove, dopo aver deposto le proprie ghirlande, fanno un bagno rituale per portare a termine il rito di purificazione.
Vorrei concludere con una massima dello storico tedesco Max Bendiner: "La musica e la danza etniche possono adempiere al più alto di tutti i compiti: possono essere un collegamento tra nazioni, gruppi etnici e stati, che sono estranei l'uno all'altro in molti modi; possono unire ciò che è disuniti ". Cosa ne pensi? Che valore può avere in questo senso la danza, il linguaggio universale del corpo?
La danza, a differenza di qualsiasi altra forma d'arte, può unire le persone. La dice lunga senza mai pronunciare una parola, il che significa che non abbiamo bisogno di parlare la lingua di un'altra nazione per apprezzare ciò che viene eseguito sul palco. Possiamo trasmettere una varietà di sentimenti: gioia, tristezza, disperazione, rabbia, felicità. Possiamo esplorare il folclore e le tradizioni antiche. Possiamo dare uno sguardo alla vita quotidiana di un popolo e vedere la sua storia sul palco. Ecco, credo che la danza sia una finestra sull'anima di una nazione. Se si ha una solida base culturale, si ha anche un profondo rispetto non solo della propria cultura d’appartenenza, ma anche delle altre. Siamo molto fortunati ad avere nella nostra comunità molti anziani che hanno trasmesso la loro conoscenza e il loro amore per la cultura ucraina alle generazioni successive. Credo davvero che questo amore per la propria cultura aiuti a promuovere un più profondo apprezzamento delle altre culture e, a sua volta, di tutta l'umanità. Ci piace molto condividere il palco con altre nazionalità e trovare i punti in comune. Inoltre, la danza permette anche di riflettere sul passato. C'è un pezzo di coreografia particolarmente toccante che eseguiamo, chiamato We Remember. È una danza dal repertorio dell'Ensemble di danza nazionale statale, Virsky, dove una giovane donna depone un mazzo di gigli sulla tomba del milite ignoto. La danza raffigura gli orrori della guerra e ricorda al pubblico di non dimenticare mai le tragedie e le perdite umane di coloro che hanno sacrificato le loro vite per permetterci di vivere in un mondo migliore.
Ringrazio Debbie Karras e rinnovo i miei complimenti ai Dovbush Dancers per il loro impegno nel mettere in scena e nel tramandare la cultura della danza popolare ucraina. Tradizioni, storia, fierezza, coraggio, libertà. Questi sono i valori che stanno alla base di questa grande terra nel cuore dell’Europa.
Nella prossima intervista viaggeremo verso l’Estremo Oriente, destinazione Cina, per scoprire i numerosi patrimoni culturali e naturali della regione autonoma del Guangxi.
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