«La cultura ed il viaggio come scambio sono molto importanti. Ogni sistema crea i suoi uomini. Se tu nasci in un contesto che ti propone soltanto la tua cultura senza permetterti di accedere e di conoscere le altre culture, tu vivrai con la convinzione che esisti solo tu. Questo purtroppo sta accadendo e comporta la disuguaglianza». Intervista a Yilmaz Orkan, componente del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale in rappresentanza del Kurdish Network e responsabile di UIKI-Onlus.
Baykar Sivazliyan ci invita a scoprire le storie e le leggende dei curdi, un popolo dalle origini antiche, che oggi si trova al centro di grandi tensioni politiche. I racconti contenuti in questo libro, principalmente di derivazione orale, sono un mezzo per tenere in vita la saggezza di un popolo che sta rischiando di essere annientato non solo fisicamente, ma anche culturalmente dall’assordante silenzio dell’Occidente.
Mardin, sud-est della Turchia. Tra i vicoli color ambra della città, due bellissimi occhi seguono i nostri passi. Due grandi occhi di donna che tutto vedono e che tutto osservano. Un rumore di risa. Un sibilo. E l’incantesimo è compiuto. Il suo nome è Şahmeran, la regina dei serpenti. Questa è la sua storia.
Gaziantep è una delle migliori città turche in cui scoprire i mille volti della cultura. Dalle eccellenze gastronomiche, all’artigianato, all’archeologia, tutto a Gaziantep trasuda di storia e arte. A poche centinaia di metri dal centro storico, si trova il Museo dei mosaici di Zeugma, il secondo museo di mosaici più grande del mondo. Al suo interno sono conservati preziosi mosaici, tra cui la nota Gypsy Girl, la ragazza zingara che da duemila anni incanta con il suo sguardo magnetico.
Halfeti è uno dei luoghi più straordinari della Turchia. La sua storia millenaria è legata alla coltivazione della rosa nera, un particolare tipo di rosa che cresce solo sulle rive di questo villaggio sommerso dalle acque dell’Eufrate. Nonostante i tentativi di coltivarla altrove, il suo nero è rimasto fedele alla sua terra e all’acqua del suo fiume. La rosa nera è il simbolo del legame che unisce gli abitanti di Halfeti alla loro amata città sommersa.
Durante la Media età del bronzo (2.000–1.550 a.C.) la città di Assur stabilì una sofisticata rete di colonie commerciali nel Vicino Oriente. Tra queste vi era l'antica città di Kanesh, un insediamento ai piedi del monte Erciyes in Cappadocia. Le oltre 23.500 tavolette redatte in dialetto paleo-assiro rinvenute nel sito sono i primi documenti scritti che illustrano l'antica storia anatolica e rappresentano ad oggi il più grande corpo di testi privati del Vicino Oriente antico.
Nel cuore della provincia di Adiyaman, si trova Nemrut Daği, il monte scelto da re Antioco I di Commagene come luogo per la costruzione della sua tomba. Il primo europeo a scoprire il santuario di Antioco fu K. Sester, un ingegnere al servizio del governo turco. Durante una perlustrazione dell’area, i suoi aiutanti curdi gli fecero notare la caratteristica ed imponente forma del tumulo in cima al Nemrut Daği: con sorpresa e incredulità, riportò alla luce un tesoro nascosto da oltre duemila anni.
Corrado Formigli racconta la sua esperienza di inviato di guerra nei territori liberati dai curdi dalle belve dell’Isis. Nel suo reportage, il giornalista tenta di capire cosa si nasconde dietro il sanguinoso gioco di specchi che chiamiamo Isis. Perché i governi occidentali si sono messi in moto così tardi? Perché i curdi, gli unici veri eroi che combattono frontalmente dell’Isis, sono stati lasciati soli? Quali complicità internazionali si nascondono dietro la maschera del califfato nero?
Il Museo Archeologico di Şanlıurfa custodisce la più antica scultura a grandezza naturale della storia dell’Umanità. Con i suoi 11.500 anni, l’Uomo di Urfa, noto anche come Statua di Balıklıgöl poiché rinvenuto vicino alla piscina sacra di Abramo, precede le Piramidi di oltre 6.000 anni. Il suo ritrovamento ha cambiato i libri di storia, rivelando che non si dovette attendere il passaggio dal nomadismo alla sedentarietà per le prime attività artistiche.
‘’Uscire dal caos’’ è il frutto di quattro decenni di ricerche sul mondo arabo e musulmano, condotte dal politologo e accademico francese Gilles Kepel. Ad una precisa analisi degli avvenimenti che hanno portato al dilagare dell’orrore del califfato, Gilles fa seguire una riflessione sulle linee di frattura nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, chiarendo quali scelte attendano i capi di Stato, così come i popoli di quelle regioni, ma anche i cittadini d’Europa.