“Noi curdi dobbiamo cambiare radicalmente. Siamo abituati a combattere. Ma oggi dobbiamo usare altri mezzi. Dobbiamo usare la cultura. Abbiamo bisogno di buoni film, buona musica e buon teatro, per dimostrare che possiamo parlare di amore e sesso, non solo di politica”. Con queste parole il musicista curdo Ciwan Haco conferisce alla cultura un ruolo fondamentale per il diritto all’autodeterminazione e all’identità del popolo curdo.
ʿĀisha Qandīsha, francesizzato in Aisha Kandicha, è una jinniyya della mitologia berbera. La sua leggenda dalle origini misteriose è diffusa tra tutte le popolazioni nomadi e semi-nomadi del Marocco e dell’Algeria occidentale con alcune varianti. Secondo la tradizione, Aisha era una bellissima donna con le gambe di cammello o di capra che vagava di notte per sedurre e poi uccidere tutti gli uomini che incontrava sul proprio cammino.
Oltre ai berberi e agli arabi, il paesaggio etnico del Marocco ha visto nel corso della storia il passaggio di altre minoranze che hanno lasciato un’importante eredità culturale. Tra essi si distingue l’etnia gnawa, una popolazione di origine subsahariana che, se fino ad un passato recente era sinonimo di schiavismo, oggi è divenuta motivo di vanto. Il termine Gnawa ha tre accezioni, una riferita al gruppo etnico, una alle confraternite spirituali e, infine, una legata alla musica.
La Bulgaria è stata per millenni un ponte tra l’Europa e l’Oriente. Le dissonanze, le diplofonie e i ritmi tipici del folk bulgaro derivano dalla commistione di elementi turchi, slavi, bizantini e occidentali. Durante i duri anni del regime comunista, la musica popolare fu utilizzata come strumento di propaganda e coesione interna. Nel 1952 venne creato il coro femminile Il Mistero delle Voci Bulgare, come parte del complesso di canti folkloristici della radio e televisione bulgara di stato.
La Paneuritmia è una danza meditativa che lavora sul piano spirituale, mentale e fisico, per armonizzare l’uomo con l’universo. Questa forma di misticismo danzante nasce dagli insegnamenti spirituali di Peter Deunov, il più influente leader spirituale bulgaro. L’Amore che porta la Vita, la Saggezza che dà la Luce, la Verità che dona Libertà erano i principi su cui si basava la sua dottrina e la sua stessa vita, come testimonia l’aiuto nei confronti degli ebrei bulgari durante il regime nazista.
La guerra tra Iraq e Iran è appena terminata e Mirza, un anziano musicista curdo iraniano, è determinato a trovare la sua ex moglie Hanareh, una cantante di talento che è fuggita nel Kurdistan iracheno con il suo migliore amico. Dopo aver ricevuto un suo messaggio, Mirza convince i suoi due figli, anch’essi musicisti, ad unirsi a lui nel suo viaggio in Iraq per trovarla. Musica, pericolo e romanticismo si fondono nello sguardo toccante del regista Bahman Ghobadi sull'oppressione del popolo curdo
Al Ayala è uno spettacolo culturale popolare ed espressivo che coinvolge poesia cantata, musica e danza per simulare una scena di battaglia. Originaria dell’Oman e degli Emirati Arabi, questa performance è praticata da uomini di tutte le classi sociali ed è storicamente legata alla cultura del deserto e al suo radicato senso cavalleresco. Al Ayala è un importante rituale sociale che contribuisce a nutrire l'orgoglio delle comunità costiere e interne dei due paesi del Golfo.
In Iran musica e poesia sono radicate in una ricca ed antica eredità di contemplazione della trascendenza. La musica di meditazione è collegata attraverso la poesia al Sufismo, il ramo mistico dell'Islam i cui membri cercano l'unione spirituale con Dio. Uno dei massimi artisti iraniani che attraverso la musica parla all’anima è Kayhan Kalhor, il maestro del kamancheh, un antico strumento ad arco persiano, entrato a far parte della lista dei Patrimoni culturali immateriali dell’Iran.