A circa metà strada tra ‘’la sposa dell’Atlantico’’ Essaouira e le porte del deserto di Merzouga, si trova uno dei luoghi più pittoreschi del Marocco. Si tratta di Aït Benhaddou, un’antica cittadella fortificata costruita con la tecnica del pisé, ovvero tramite la realizzazione di mura fatte con un impasto di argilla e paglia tritata. Gli edifici che presentano questa tipica tecnica costruttiva berbera, sono conosciuti con il termine di ksar e kasbah. Le kasbah sono grandi abitazioni fortificate in cui vivevano le famiglie nobili, mentre i ksar o ksour erano i villaggi fortificati, spesso costruiti su punti sopraelevati per motivi difensivi. La tecnica della terra battuta o pisé, si è sviluppata in Medioriente e si è diffusa con l’espansione islamica verso i paesi del Nord Africa e la Penisola Iberica. Il successo di questo tipo di lavorazione dell’argilla con erba secca, è dovuto alla facile reperibilità delle materie prime e alla scarsa dipendenza dalla disponibilità di acqua e legname. Per queste ragioni, in tutto il sud del Marocco la tecnica del pisé viene ancora oggi utilizzata dai nomadi e in alcune aree, come la regione di Er Rachidia e Figuig, il governo ha emanato decreti a tutela di questa peculiare tecnica costruttiva. Tuttavia, queste strutture sono soggette a deterioramento e necessitano di continue opere di ristrutturazione e manutenzione. Anche gli edifici presenti all’interno dello ksar di Aït Benhaddou presentano queste problematiche. Molte pareti sono crollate o stanno per crollare, ma a differenza di altri ksour meno noti, Ait Benhaddou viene continuamente ristrutturata per renderla fruibile ai visitatori. Dopo una breve camminata sul letto del fiume Asif Ounila, quasi sempre in secca, si giunge alle porte del villaggio. Strade labirintiche e abitazioni abbandonate, conducono alla parte alta della cittadella in cui si trova l’antico granaio. Questo magazzino era di importanza fondamentale per la vita degli abitanti dello ksour, sia per assicurare approvvigionamenti durante i periodi di siccità, sia per gli scambi commerciali che avvenivano lungo questa battuta via carovaniera che collegava le città imperiali con il grande mare di sabbia. La vicinanza a Marrakech, ha reso Ait Benhaddou uno ‘’ksar turistico’’, molto interessante dal punto di vista architettonico, ma meno autentico di molti altri che si trovano negli stretti canyon della Valle delle Rose o della regione di Erfoud. Ancora più turistica è la vicina Ouarzazate, la città che ospita degli studios cinematografici. Film come ‘’Il Gladiatore’’, ‘’Le Crociate’’, ‘’Cleopatra’’ e addirittura ‘’Sette anni in Tibet’’ sono stati girati all’ombra di Ait Benhaddou, uno ksar che merita di essere visitato in pieno agosto per scongiurare incontri con altri turisti o registi che rischiano, con le loro attività, di intaccare la quiete di un paradiso di paglia e argilla.