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TRA DECADENZA E SPLENDORE

Luxor testimonia lo splendore del Medio e Nuovo Regno, un’epoca in cui i confini d’Egitto si estendevano dalla Nubia alla Siria. L’antica Tebe, con i suoi grandi complessi templari e le splendide necropoli, ha attirato per secoli viaggiatori, archeologi ed avventurieri europei. Oggi è divenuta la meta turistica più frequentata d’Egitto, dopo il Mar Rosso. Per anni documentari, libri e bellissime fotografie, hanno coltivato il sogno di ogni amante dell’archeologia di camminare tra la foresta di colonne del tempio di Karnak o di scendere nelle tombe della Valle dei Re. Per decenni ci hanno mostrato i tesori e i misteri che avvolgono l’antica Tebe, creando un’altissima aspettativa. Lo stesso spot offerto dal Ministero del Turismo, descrive Luxor come il luogo in cui incontrare la magia dell’Egitto. 

Un bellissimo concetto nella teoria, se non fosse che la pratica lo distrugge. Le mie parole sembreranno dissacranti, ma la trasparenza e l’onesta sono doverose. Quando si viaggia in un paese o in una determinata città, decidendo di investire tempo, aspettative e desideri, il risultato deve tenere in conto diversi fattori, tra cui il livello delle attrattive che si visitano, la gestione dei servizi e il fattore umano. Sulla qualità delle attrattive di Luxor non si può discutere. Sia la sponda ovest, la riva del Nilo dedicata al culto di Osiride e riservata ai morti, sia quella est, la terra del dio Amon e dei vivi, offrono delle meraviglie imperdibili. I templi di Karnak e Luxor nell’East Bank, la Valle dei Re, il Ramesseum, Deir el Medina, Deir el Bahari e il tempio della regina Hatshepsut lasciano senza fiato. Ma questo alto livello che appassiona tutti, amati dell’archeologia e non, viene rispettato anche nella gestione dei siti? Come e quanto incide il rapporto con la popolazione locale? Purtroppo le risposte sono entrambe negative. Per chi viaggia solo senza far parte di un tour organizzato, per chi vuole finalmente vedere e godere di tutte queste meraviglie, mosso da una grande passione coltivata in anni di letture e ricerche, questo viaggio può risultare estremamente stressante. Tralasciando la zona moderna di Luxor in cui è impossibile muoversi liberamente senza essere seguiti, anche le zone storiche di entrambe le rive possono diventare un vero incubo anche per le persone di indole diplomatica. Non si viene considerati come ospiti, ma come banconote che camminano. Tutta l’ospitalità che ci si aspetterebbe da un popolo arabo, qui è stata dimenticata. Se non si fa parte di un tour organizzato, si è una valuta di valore inferiore. I siti diventano magicamente chiusi, così come i taxi e tutto quello di cui si ha bisogno. Scordatevi la gentilezza. Quella lasciatela sull’aereo. Per sopravvivere alle richieste di continue mance o al rifiuto di farvi entrare nei siti (anche se avete pagato il biglietto), dovrete abbandonare le buone maniere. Dovrete dimenticarvi dell’idea di ‘’magia’’ proposta dallo spot del Ministero del Turismo. Nessuna solennità nella Valle dei Re o nel tempio di Karnak, solo fotografie ‘’scatta e fuggi’’. Nessun silenzio ossequioso e dovuto, ma un continuo ronzio di molestatori che seguono, irritano e chiedono soldi. Che fine fa quindi la bellezza di questi luoghi, da sempre sognati? Bisogna dotarsi di tappi per orecchie, paraocchi e bavagli come set base per la visita alle meraviglie di Luxor? Sfortunatamente sì, questa sembra essere l’unica soluzione. Luxor, come tutto l’Egitto, non ha solo un volto. Lo splendore del passato si scontra con la decadenza del presente. Un vero peccato che i tesori d’Egitto siano popolati da questa tensione che non permette di visitare con la giusta calma i siti. La trasparenza è un dovere per chi organizza viaggi o li descrive. Sta al viaggiatore decidere in piena libertà e consapevolezza, se per poter visitare le vestigia dell’Antico Egitto, vale la pena o meno di sopportare atteggiamenti e comportamenti irritanti. Personalmente ne è valsa la pena perché pochi luoghi al mondo hanno un’eredità archeologica così importante. Tuttavia è doveroso parlare non solo di quello che è ovvio e palese, sia perché il rapporto con la popolazione locale costituisce un aspetto fondamentale, sia per rispettare altri paesi meno (o per nulla) turistici che però si impegnano quotidianamente per offrire un alto livello di qualità. Paesi mai presi in considerazione che non hanno le piramidi a salvargli le spalle, ma in cui la popolazione locale ha un profondo rispetto sia per i patrimoni culturali, sia per il viaggiatore.

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