Se ripenso agli anni in cui ho vissuto in Marocco, il mio sorriso vola tra le bianche braccia pietrificate di una sposa seduta sulla costa dell’Oceano Atlantico, in attesa che l’amato vento torni per riportarla in vita. Il suo nome è Essaouira, una città che seduce e incanta tutti coloro che la vedono. Le sue mura bianche, il lento volo dei gabbiani, il vento che disegna onde e nuvole inquiete, i colori dei quadri della medina, la musica gnawa, l'odore di cuoio delle borse fatte a mano, il blu profondo dei pescherecci, l'odore di prezzemolo, le piramidi di spezie e le donne anziane che come fantasmi bianchi passeggiano nell'antico forte con i loro abiti che lasciano scoperto un solo occhio, donano il ritratto di una città che sembra generata dalla schiuma delle sue forti onde. Essaouira ha un’origine antica. Davanti alla città, si trova un piccolo arcipelago che dovette attirare l'attenzione dei navigatori fin dalle epoche più remote. Gli scavi archeologici condotti sulle isole a metà del XIX sec., riportarono alla luce oggetti in silice risalenti al Neolitico. Un primo esame stratigrafico rivelò la presenza di uno strato di cocci con iscrizioni semitiche antiche. La prova dell’esistenza di relazioni tra Essaouira e le città del Mediterraneo Orientale, spinsero il Servizio delle Antichità in Marocco a compiere ulteriori indagini. Durante le campagne successive, gli archeologi trovarono la conferma delle parole di Plinio il Vecchio, che chiamava le isole antistanti Essaouira con l’appellativo ‘’Purpurarie’’, purpuree. Questo nome, rimanda all’etimologia del termine Fenicia, dal greco ϕοινίκεος, ‘’purpureo’’. La porpora, chiamata anche rosso di Tiro ovvero la città di provenienza dei Fenici, è un pigmento rosso-violaceo ottenuto dalla secrezione di una ghiandola del murice comune, un mollusco della famiglia dei Muricidi, e di altri molluschi comuni nel Mediterraneo. I Fenici erano soliti utilizzare questo pigmento poiché, oltre ad essere facilmente reperibile, non perdeva intensità anche dopo numerosi lavaggi e diventava più brillante con l’esposizione continua alla luce solare. La presenza sull’isola di reperti risalenti al VII sec. a.C. tinti con la porpora, è la conferma dell’esistenza di una rete commerciale fenicia tra Mediterraneo Orientale e Atlantico. Questa rotta fu utilizzata anche dai greci nei secoli successivi. Con l’aumento del prestigio e del traffico commerciale, i romani decisero di edificare un centro urbano sulla terraferma. Il nucleo romano antico di Essaouira, risalente all’epoca augustea, comprende una necropoli e una villa con sala da bagno, riscaldamento e una cisterna, attribuita a Giuba II, il signore di origine berbera della provincia romana di Mauretania. Nel X secolo Essaouira venne conquistata dagli arabi che la abitarono fino al XV secolo, epoca in cui arrivarono da nord i portoghesi. Questi le cambiarono nome in Mogador e la resero un efficiente avamposto africano sull’Atlantico con la costruzione di un castello. La fortezza, punto d’appoggio essenziale della difesa costiera nel Marocco musulmano, fu abbattuta nel 1765 dal sultano Muḥammad ibn ‛Abdallāh per lasciar posto alla nuova città che volle aperta al commercio europeo. Le mura che ancora oggi caratterizzano la città, così come la via principale che conduce al porto, furono costruite dal sultano. Agli inizi del 1900, Essaouira iniziò un lento declino a favore della vicina Agadir e, da avamposto strategico, divenne un centro marittimo di scarsa importanza abitato da arabi, berberi, ebrei e cristiani. Oggi Essaouira è una città che ha saputo preservare uno stile difficilmente reperibile in altre aree costiere. A differenza di Agadir, una città con una forte impronta europea simile a qualsiasi altra località estiva, Essaouira è ancora autentica. La sua bianca medina con le porte in legno tinte di blu (Patrimonio Unesco), i tipici negozi di carne, i venditori di msemmen, i pescatori che rientrano in porto con il loro bottino, i buffi tetti delle case da cui si domina una vista spettacolare nei giorni di tempesta, i mauritani che suonano sul lungomare, il cupo quartiere ebraico Mellah, il cimitero cristiano sull’oceano e le bianche mura che difendono il centro dal vento, sono tutti gli ingredienti perfetti che rendono Essaouira la regina di bellezza di tutte le città dell'Oceano. Anche il cibo di strada offre numerosi spunti. Le lumache servite all'ora del tramonto nei vicoli della medina, hanno un aspetto poco invitante, ma hanno un sapore molto particolare e difficilmente imitabile, oltre ad essere un rimedio infallibile contro l'influenza. Altra sorpresa è l'utilizzo dell'olio di Argan non come cosmetico, ma come accompagnamento al pane per la prima colazione. La bella città bianca fa dimenticare i ritmi caotici di medine come quelle di Fes o Marrakech. Mogador è un luogo autentico come i piccoli paesi dell'interno, con la differenza che qui, a fare da sfondo, c'è il blu dell'Oceano e un vento senza sabbia che ogni giorno ridona nuova vita a questa splendida sposa bianca seduta a contemplare l’infinito Oceano.