Tra l’oasi di Tinerhir e la famosa città dei film Ouarzazate, si trova una delle aree più suggestive del Marocco: la Valle delle Rose. Questa valle, caratterizzata da profondi e stretti canyon, è famosa in tutto il mondo per la coltivazione delle rose e per la spettacolarità delle sue rosse montagne. Le gole di Todra e di Dades sono i due canyon più noti. Ai loro piedi si aprono immensi palmeti che arrivano a toccare i 30 km di lunghezza. Il verde acceso delle palme contrasta con il rosso acceso delle montagne dell’Alto Atlante orientale. Le particolari condizioni climatiche e le proprietà del suolo di questa ampia valle, hanno favorito la coltivazione della rosa damascena, un genere della famiglia delle Rosacee proveniente dalla Siria. Questa tipologia di rosa dal profumo intenso e coltivata anche dagli Ottomani nella valle di Kazanlak in Bulgaria, è diventata il simbolo di questa regione. Il centro della produzione di oli, essenze e profumi a base di rosa è la provincia di Kelaat M’Guona, un’orgogliosa cittadina berbera. Ovunque, sia sui muri delle abitazioni, sia sulle pareti delle montagne, si trovano i simboli berberi. Non è raro incontrare pacifici cortei a piedi diretti verso la capitale Rabat, per ottenere il riconoscimento e la parità di diritti della lingua berbera con quella araba. Le kasbah, i palazzi edificati con la tradizionale tecnica costruttiva del pisé, sono un altro elemento distintivo della presenza berbera nella valle delle rose. Un viaggio in questa regione può essere un’avventura indimenticabile. Oltre alle rose e ai canyon, si possono incontrare paesini perfettamente mimetizzati nel rosso delle montagne in cui fare piacevoli incontri con gli abitanti del luogo. Ricordo quando arrivai in autobus a Kelaat M’Gouna. Il gossip del giorno, anzi del mese. Una donna senza velo, vestita con abiti marocchini, ma che trascinava la valigia da sola e che addirittura entrava al bar a chiedere un caffè nero. Le espressioni della gente non lasciavano spazio all'immaginazione. Passati i primi giorni, capirono che non ero una scostumata, ma una turista-marocchina-adottata che voleva visitare le meraviglie di questa valle. E così, tra pulmini tipo pubblicità ''No Alpitur ahi ahi ahi'', autostop e non so quanti chilometri a piedi, è iniziata l'avventura nell'avventura. Non dimenticherò mai le gole profonde, le rosse montagne da cui si ricavano i materiali per costruire le pentole per il tajin, i bambini che salutavano per strada, le donne che trasportavano in testa legni pesantissimi, le signore anziane che lavavano i panni nel fiume, le ripide strade e le teste di mucca in vendita nei mercati. Tra le varie regioni del Marocco, la Valle delle Rose e l'Orientale (Figuig e Bouarfa), sono le più autentiche e meno battute dal turismo. Luoghi puri, incontaminati nella natura e nella mente, in cui fare incontri unici e indimenticabili.