Şanlıurfa

L’ALBA DELLA CIVILTÀ

Şanliurfa, l’antica Edessa. Una città dai mille volti e dalle mille storie. Poco conosciuta rispetto ad altri luoghi della meravigliosa Turchia, Urfa lascia senza fiato per la vastità di possibili cammini ed incontri. Da molti viene chiamata ‘’la città dei profeti’’ perché qui nacquero Giobbe e Abramo, patriarchi dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'islam. Il primo incontro avviene nella tranquilla zona pedonale del centro di Urfa. Migliaia di pellegrini si danno quotidianamente appuntamento sotto l’ombra degli alberi dell’Ayn Zeliha Parkı per pregare nella vicina Mevlid-i Halil Camii, la moschea eretta nei pressi della grotta dove nacque Abramo e dove si dice restò nascosto sette anni per sfuggire alla strage di neonati maschi ordinata da Nimrod, fondatore dei regni di Babilonia e Assiria, e ideatore della Torre di Babele. Abramo e Nimrod sono al centro di una leggenda che viene tramandata da secoli e che vive ancora oggi nelle acque della piscina santa chiamata Balıklıgöl. La leggenda narra che il re Nimrod, adirato con Abramo per essersi scagliato contro le divinità pagane, ordinò di gettarlo su una pira tramite una catapulta dall’alto della collina dove oggi sorge una fortezza. Per volere divino, le fiamme divennero acqua e i tronchi bruciati si trasformarono in carpe. Abramo non solo non morì arso vivo, ma atterrò su un tappeto di rose profumate. Questi pesci sacri sono venerati e protetti nelle vasche di Balıklıgöl, la vasca che si trova vicino al roseto di Abramo tra numerose sorgenti naturali che fuoriescono in tutta la zona centrale della città.

Ed ecco il primo incontro, quello con la fede di tutti, ebrei, cristiani e musulmani. Nelle acque sacre si riflettono le sagome delle antiche colonne romane che svettano sulla collina più alta di Şanliurfa, lasciandoci presagire il secondo fondamentale incontro, quello con la Storia. I minareti delle moschee dell’Ayn Zeliha Parkı separano i resti della cittadella romana fondata da Seleuco I di Siria nel 303 a.C., dalle case romane scavate nella cruda roccia. È possibile vedere gli strati storici della città, recandosi a lato di un moderno edificio che ospita preziose testimonianze dell’arte romana del mosaico, l’Haleplibahçe Mozaik Müzesi, letteralmente il Museo del Mosaico del Giardino di Aleppo. Oltre alla collezione dei mosaici che ridanno vita a numerosi miti, come quello delle Amazzoni e di Orfeo, si trovano anche delle testimonianze della scrittura siriaca, un dialetto aramaico orientale largamente affermatosi come lingua letteraria tra il II e il XIV sec. d.C. presso i cristiani della Mesopotamia, della Siria e dell’Impero Persiano. A pochi metri dal complesso che ospita i mosaici, si trova il Museo Archeologico di Sanliurfa, un tempio della storia antica. Progressivamente, sala dopo sala, si percorre a ritroso il tempo fino ad arrivare al punto zero della storia, ovvero quando l’uomo smise di essere nomade. Lasciando il centro di Urfa, immergendosi nell’arsura delle calme colline dorate, si raggiunge un sito unico al mondo: Göbekli Tepe. Con i suoi 12mila anni, è il più antico santuario monumentale megalitico che sia mai stato riportato alla luce. Molto più antico di Stonehenge e delle piramidi, venne eretto tra la fine del Mesolitico e il primo Neolitico. Esistono pochi siti visitabili al mondo che possono vantare un tale antichità. È in luoghi come Göbekli Tepe che si comprende il valore della storia, una narrazione che ci ricorda che tutti veniamo da un comune passato e che tutti andremo verso un medesimo futuro. Ed ecco il più importante incontro che si fa a Sanliurfa, quello con l’Umanità.

Il senso d’appartenenza ad un unico genere, si rafforza ad Halfeti, un villaggio sulle rive dell’Eufrate. Navigare su queste acque non ha prezzo. Le emozioni sono contrastanti: da un lato l’incredulità di essere trasportati dalle acque di uno dei tre grandi fiumi della storia, dall’altro l’amarezza di vedere i minareti sommersi della città vecchia. Come presto accadrà ad Hasankeyf, la millenaria città nei pressi di Mardin che sorge sulle rive del Tigri, Halfeti vecchia è stata inghiottita dalle acque dell’Eufrate per la creazione della diga di Belkis. In questo modo, oltre ad ottimizzare le acque in territorio turco, si potrà controllare l’erogazione delle risorse idriche in Siria.

La Siria, un sogno che si può solo sfiorare andando ad Harran, il luogo da cui duemila anni prima della nascita di Cristo il patriarca Abramo partì per raggiungere con il suo popolo la terra di Canaan. Harran, l’antica Ḫarrānu fondata dagli Assiri e divenuta centro di rilievo per gli studi astronomici e per il culto della Luna, si trova a pochissimi chilometri dal confine tra Turchia e Siria. A testimoniare un sapiente passato in cui sorgevano ben 187 torri per l’osservazione dei corpi celesti, oggi resta solo una torre abbandonata. La zona antica di Harran sembra una cittadella fantasma in cui buffe costruzioni rimandano allo stile di vita pastorale e agreste della Mesopotamia. Questo è l’unico luogo della Turchia in cui si può vedere l'antica tradizione architettonica siriana delle case ad alveare d'argilla, simili ai trulli. 

Dato l’esiguo numero di turisti, gli abitanti della provincia di Sanliurfa mostrano una curiosità discreta. Anche se non lo dicono a parole, i loro occhi sono pieni di orgoglio. Sanno perfettamente che chiunque venga in questa terra, tornerà diverso, arricchito. Ancor prima di partire per Sanliurfa, o per qualsiasi altra città nota solo per le tensioni di carattere politico e militare, si ha già fatto una scelta. Si è scelto di non accettare una visione standardizzata. Si è scelto di dare dignità a questi luoghi e a queste persone, non con l’ipocrisia passiva di chi scorre sui social le foto dell’ultimo bombardamento, ma con la voglia attiva di conoscere direttamente senza intermediari. Le problematiche in queste aree esistono e purtroppo continueranno ad esserci. Questo tuttavia non deve essere un motivo per non partire o per fermarsi al compatimento. Visitare questi luoghi e farli conoscere per il loro vero volto, diventa un dovere per garantire il diritto d’identità. 

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