cappadocia

LA MEMORIA DEI CAMINI DI FATA

Il paesaggio della Cappadocia è il risultato dell'azione congiunta di eventi geologici straordinari. Tutto ebbe inizio circa 60 milioni di anni fa, quando l’attività orogenetica formò il Tauro, una catena montuosa lunga 900 km che descrive due grandi archi nell’Anatolia meridionale. I movimenti della crosta terrestre, portarono alla creazione di numerose depressioni nella regione compresa tra le odierne città di Aksaray, Nevşehir, Niğde, Kayseri e Kırşehir. Durante il periodo Miocene (20 milioni di anni fa) il materiale lavico derivato dalle eruzioni dei vulcani Erciyes, Hasandağ e Melendiz riempì le depressioni del Paleocene, formando un altopiano instabile. Sotto al duro strato di roccia vulcanica, le ceneri solidificate diedero origine al tufo, un materiale facilmente erodibile. Dal periodo Pliocene, l’altopiano formatosi con le sostanze eruttive dei vulcani primari, fu sottoposto a nuovi fenomeni eruttivi di minor intensità a cui si aggiunsero numerosi episodi sismici e forti variazioni termiche. Gli agenti atmosferici contribuirono alla disgregazione del suolo e agirono sulla parte inferiore dello strato terrestre, composto dal tufo. L’erosione di quest’ultimo durante i millenni, diede vita a delle particolari formazioni denominate “peri bacası”, camini di fata. La testimonianza dell’intensa attività crostale è oggi visibile tra le grandi valli e gli stretti canyon che rendono la Cappadocia unica al mondo. Le valli più suggestiva si trovano tra i quattro centri principali della regione: Göreme, Uchisar, Ürgüp e Ortahisar. Grazie a questa particolare conformazione geomorfologica e ad una fitta rete di fiumi, la Cappadocia fu abitata fin dal Neolitico pre-ceramico, come testimonia Aşıklı Höyük. Questo sito, situato a circa 25 chilometri dalla città di Aksaray, fu costruito attorno all’8.500 a.C. e la sua scoperta viene considerata fondamentale per la ricostruzione del processo di transizione dagli stili di vita nomadi a quelli sedentari. Con l’inizio della Storia, la Cappadocia divenne uno dei centri più importanti degli Hatti, una popolazione di origine anatolica, conosciuta come pre-ittita. A quest’epoca risale la cittadina di Kültepe, fondata dagli Hatti nel III millennio a.C. e diventata un regno dipendente con il nome di Kültepe – Kaniš. L’antica città, che si trova a circa 20 km a nord-est di Kayseri, divenne il più importante kārum (nome accadico che indicava uno scalo commerciale) assiro tra l’Anatolia e l’Oriente. A testimoniare lo scambio economico e sociale, è stato il ritrovamento di circa 23.500 tavolette cuneiformi che ad oggi sono il più grande corpus di testi dell'antico Vicino Oriente.  Come avvenne millenni prima ad Aşıklı Höyük, anche la fine del regno di Kaniš arrivò improvvisamente e coincise con il crollo dell’impero ittita (1180 a.C.). La Cappadocia, dopo essere stata assoggettata all’impero assiro, divenne un dominio persiano sotto il comando del grande Ciro. Furono proprio i persiani a darle il nome che noi ancora oggi utilizziamo: Cappadocia, dall’antico persiano ‘’katpatuka’’, ovvero ‘’la terra dei bei cavalli’’. Ma anche la fine dell’egemonia persiana arrivò per mano di un altro grande condottiero, Alessandro Magno. Dopo aver fatto parte dei regni ellenistici, la terra dei bei cavalli divenne territorio romano sotto il dominio dell’Imperatore Tiberio. A partire dalla seconda metà del I secolo d.C. il Cristianesimo cominciò a diffondersi al di là dei confini della Terra Santa. Durante le peregrinazioni, gruppi di fedeli decisero di stanziarsi nell’odierna Cappadocia. Le strutture di tufo, un materiale facilmente modellabile con ottime proprietà termiche, permise ai primi cristiani in fuga dalla Palestina, di costruire abitazioni sicure e luoghi di culto. Molte di queste chiese sono ancora oggi visitabili. Le più belle si trovano all’interno dell’Open Air Museum di Göreme, ma in tutta la regione se ne contano circa 400, tutte costruite tra il IV e il XIII sec. d.C. Sugli affreschi delle pareti di questi piccoli, ma inestimabili tesori nascosti tra le rocce, si rincorrono storie di martiri e di Padri della Chiesa a cui la Cappadocia diede i natali. Tra i più noti vanno ricordati San Giorgio, San Gregorio di Nazianzo, San Basilio di Cesarea e San Gregorio di Nissa. Sotto i villaggi della Cappadocia, si trovano più di 50 città sotterranee collegate tra loro. La presenza di cappelle e absidi nei primi livelli delle città, hanno fatto a lungo credere che le città ipogee fossero state costruite dai cristiani per nascondersi nei periodi delle brevi incursione romane. Oggi, grazie all’utilizzo di moderne tecnologie, sappiamo che le città sotterranee della Cappadocia furono costruite dagli Ittiti e perfezionate dai Frigi. Le città sotterranee più importanti sono Derinkuyu e Kaymaklı, entrambe nella provincia di Nevşehir. La fase cristiana della storia della Cappadocia terminò nel 1200 con il dominio selgiuchide. Come secoli prima avevano fatto i primi cristiani, anche molti filosofi e teologi non aderenti all’ortodossia islamica, trovarono rifugio nelle grotte della Cappadocia. Tra i personaggi più illustri vanno citati Ahi Evran, ideatore dell’ordine Ahilik, e Hacı Bektaş-ı Veli, un mistico che fondò una filosofia basata sull’unione armoniosa dell’etica con l’arte. Nei secoli successivi, la regione assistette passivamente alle invasioni di Turkmeni, Mongoli e Ottomani, ma mantenne un forte carattere legato alla libertà di fede e di espressione. Sono proprio la fede, la tenacia e la fierezza a rendere ancora oggi la Cappadocia un luogo mistico, che trascende la realtà. Risulta difficile per il nostro modo di concepire il tempo, pensare che il paesaggio di questa regione si sia formato oltre 60 milioni di anni fa. Risulta incredibile camminare tra valli che hanno assistito al passaggio da Preistoria a Storia e allo sviluppo dei più grandi imperi della Storia. Difficile, incredibile, ma possibile solo qui, in una terra dominata da una natura unica, sfondo millenario di leggende, storie e fedi.

GALLERY

CONTENUTI CORRELATI




SEGUI

SCRIVI

Nota: I campi con l'asterisco sono richiesti

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER