''Vorrei che mi servissero una colazione di olive ricoperte di timo.
Vorrei non ricordare dove sono.
Vorrei non ricordare persino il mio nome''
Questa bellissima poesia di Melih Cevdet Anady è il ritratto perfetto delle emozioni che si vivono viaggiando tra le province turche che si affacciano sul Mediterraneo. Conosciuta come Costa Turchese per il colore delle sue acque cristalline, questa fascia costiera comprende tutte le località tra Bodrum e Antalya, due grandi città che hanno riscosso molto successo come mete estive sia tra i turchi, sia tra gli stranieri. Il loro fascino ne ha inevitabilmente risentito, ma è sufficiente spostarsi verso aree meno note per godere delle atmosfere che solo il Mediterraneo può creare. Spostandosi da Bodrum verso est, si raggiunge il distretto di Fethiye, una tranquilla cittadina costiera che nasconde nel suo centro storico le tombe rupestri di Amyntas. Scolpita nel lato della montagna che sovrasta la città, la necropoli rupestre fu costruita dai Lici nel 350 a.C. e deve il suo nome ad un’iscrizione trovata all’interno della tomba più grande, in cui compare il nome di Amynta, figlio di Ermagio. Le tombe di Fethiye non sono l’unico complesso funerario rupestre della costa. I lici, una popolazione d’origine indoeuropea che secondo lo storico greco Erodoto (nato proprio a Bodrum) proveniva dall’isola di Creta, hanno lasciato tracce del loro passaggio lungo tutta la costa turca. A partire dal II millennio a.C., i lici si stanziarono sulla costa anatolica e fondarono una serie di città collegate tra loro tramite dei sentieri che sono ancora oggi percorribili seguendo la Via Licia, un percorso di circa 550 chilometri, adatto agli amanti del trekking. Oltre a Cauno, un insediamento rupestre nei pressi dell’odierna Dalyan, e Fethiye, si trova anche un bellissimo sito licio nelle vicinanze di Demre. Questo complesso funerario è noto come la necropoli di Myra. Nel sito, oltre alle tombe rupestri, si trovano anche un teatro di epoca romana e una collezione di maschere teatrali greche. In epoca cristiana, Myra diede ospitalità a S. Paolo e divenne vescovado di San Nicola. Oltre alle sepolture rupestri scolpite nelle pareti rocciose, i lici erano soliti utilizzare un’altra tipologia di tombe, simili a dei sarcofagi di pietra. Queste tombe a sarcofago potevano venire poste su un pilastro di pietra, oppure messe in mare. Tutte le località della costa ospitano nelle proprie acque queste tombe, solitamente appartenenti a personaggi di rilievo.
Viaggiando lungo la costa, si scoprono, spesso casualmente, anche moltissimi anfiteatri e antiche strade romane ciottolate, costruiti a pochi chilometri o addirittura metri dalle più belle spiagge della Costa Turchese. La più nota è Ölüdeniz, una spiaggia che termina con una lunga lingua di sabbia bianca che viene spesso confusa con Bol (Croazia). Sempre nella stessa località, abbandonando la costa e risalendo il monte Babadağ, si arriva ad un punto panoramico in cui vedere dall’alto la spiaggia Kelebekler Vadisi, la valle delle farfalle. Dirigendosi verso sud, si arriva alla Patara Plajı, una lunghissima spiaggia sabbiosa, famosa per la riproduzione delle tartarughe caretta caretta. Seguendo le rotte dei caicchi, si giunge nel paesino più caratteristico della costa, Kaş, il cui mare ha fatto da sfondo al film Mediterraneo di Salvatores. A soli pochi chilometri da questa oasi di pace, si trova infatti l’isola di Megisti, conosciuta da noi italiani come Kastellorizo. Tra le vie di Kaş si respira un’atmosfera autentica, lontana dalla confusione delle altre località più turistiche. Qui si sente il profumo del nostro mare e la nostalgia di un passato semplice, in cui non esisteva il problema del tempo. Un momento infinito che come dice la poesia di Anady, ci fa venir voglia di dimenticare persino il nostro nome.